Capo Sunion – Luis García Montero

Vasco Ascolini, Ivry sur Seine, 1996

 

Col passare degli anni,
cosa proverò leggendo questi versi
d’amore che adesso ti scrivo?
Me lo domando perché è nuda
la storia della mia vita davanti a me,
in quest’alba d’intimità,
quando la luce è improvvisa e rossa
e io sono quello che sono
e le parole
conservano il calore del corpo che le dice.

Saranno memoria e pelle del mio presente
o solo umiliazione, intatta ferita.

Ma con il passare del tempo,
quando dolore e fortuna si consumano con noi,
vorrei che questi versi sconfitti
avessero l’emozione
e la calma delle rovine classiche.
Che la parola sempre, sommersa nell’erba,
spunti con il corpo mezzo rotto,
che l’amore, come un fregio consunto,
conservi dignità contro l’azzurro del cielo
e che sul marmo freddo di una passione antica
i viaggiatori romantici affermino
l’omaggio del loro nome,
nel comprendere la fortuna di vivere così fragile,
gli occhi che riuscirono a incontrarsi
nell’infinita solitudine del tempo.

Luis García Montero

(Traduzione di Gabriele Morelli)

 dalla rivista “Poesia”, Anno XXV, Marzo 2012, N. 269, Crocetti Editore

***

Cabo Sounion 

Al pasar de los años,
¿qué sentiré leyendo estos poemas
de amor que ahora te escribo?
Me lo pregunto porque está desnuda
la historia de mi vida frente a mí,
en este amanecer de intimidad,
cuando la luz es inmediata y roja
y yo soy el que soy
y las palabras
conservan el calor del cuerpo que las dice.

Serán memoria y piel de mi presente
o sólo humillación, herida intacta.

Pero al correr del tiempo,
cuando dolor y dicha se agoten con nosotros,
quisiera que estos versos derrotados
tuviesen la emoción
y la tranquilidad de las ruinas clásicas.
Que la palabra siempre, sumergida en la hierba,
despunte con el cuerpo medio roto,
que el amor, como un friso desgastado,
conserve dignidad contra el azul del cielo
y que en el mármol frío de una pasión antigua
los viajeros románticos afirmen
el homenaje de su nombre,
al comprender la suerte tan frágil de vivir,
los ojos que acertaron a cruzarse
en la infinita soledad del tiempo.

Luis García Montero

da “Completamente viernes”, Editorial Tusquets, 1998

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