
Foto di Florence Henri
Tu e le tue fissazioni! mi vien voglia
di rinfacciarti le mie piaghe,
quelle sí cancrenose, immedicabili…
Ma no, sbaglio. Non io, tu sei l’erede
d’una sacra penuria,
te e i tuoi da sempre ha saccheggiato il cielo.
C’è piú tristezza nel tuo lutto
per un gioco perduto, per una bambola squartata
che nel mio per il novero dei morti
che colleziono da una vita.
È piú giusta, ha piú stoffa la tua pena.
E intanto non riesco a consolarti,
mio affamato, tremante, altero amore!
Non rispondi, mi guardi
come, ma sí, come un nemico di classe
se cerco di distrarti,
se ti ricatto con la tenerezza…
Ma credimi, tesoro, che non voglio rubartelo
l’osso del tuo dolore.
Giovanni Raboni
da “A tanto caro sangue”, (1956-1987), in “Tutte le poesie”, Einaudi, Torino, 2014