
Foto di Moka
Sento la cintura stringermi la vita,
le ossa dei fianchi premere
sull’anima viva, divorata
dal fuoco matto delle mie perversioni:
l’amore, la poesia e i motori.
Illusoria speranza che la prima
potesse vincere sul dolore che ci appartiene,
in cui ci piace affogare, in cui ci rifugiamo:
quella bolla di sapone, dai colori cosmici,
persa alla rincorsa del mondo
come in un gioco di scatole senz’angoli.
Quella mancanza siamo noi a crearla,
andando alla deriva
e col vero desiderio di non tornare mai.
Noi, abbiamo le nostre cicatrici in vista,
non siamo vigliacchi qualunque:
vestiamo una bellezza consapevole.
Per questo ho ricominciato ad ascoltare
solo la poesia, mentre poso un sorriso
tra le tante lacrime
appiccicate dal vento che vortica nel casco
insieme al groviglio di capelli e pensieri:
così mi ripresento e non mi vergogno
di essere vera, ridicola, timida,
bandita e ribelle.
Moka
15 novembre 2015
da “Difettosa”, silloge poetica – fotografica, Editore: Youcanprint, 2017
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