«Tu dagli occhi di lucherino, dagli occhi di viola» – Yvan Goll

Foto di Paul Apal’kin

 

Tu dagli occhi di lucherino, dagli occhi di viola
Come debbo interpretare i tuoi pensieri?
Dalla tua bocca parla la fonte
Per le tue vene va errando
Il tuo popolo senza rive
Banchettano re alla tua tavola
E la loro saggezza ti fa sempre piú pallida

Ma i piccoli mandorli rosa
Ti crescono dal cuore
E i tuoi occhi di lodola e lampone cinguettano

Yvan Goll

(Traduzione di Lia Secci)

da “Erba di sogno”, Einaudi, Torino, 1970

∗∗∗

«Du mit den Zeisigaugen, mit den Veilchenaugen»

Du mit den Zeisigaugen, mit den Veilchenaugen
Wie soll ich nur deine Gedanken deuten?
Aus deinem Munde spricht die Quelle
Durch deine Adern wandert
Dein uferloses Volk
Es schmausen Könige an deiner Tafel
Und ihre Weisheit macht dich blaß und blasser

Aber die rosa Mandelbäumchen
Sie wachsen aus dem Herzen dir
Und deine Lerchen- deine Himbeeraugen zwitschern

Yvan Goll

 da “Traumkraut”, Limes Vergal, Wiesbaden, 1951

 

Ora, vicino alla morte, credo di essermi avvicinato per la prima volta al mistero della parola nelle poesie di Traumkraut.
Mi accade come al maestro della silografia a colori giapponese Hatsushika Hokusai, che a novantanni, sul letto di morte, sospirò: « Se mi fossero concessi ancora dieci, anche solo cinque anni di vita, diventerei un artista perfetto! »
Già prima Hokusai aveva scritto: « Fino al mio cinquantesimo anno di vita ho fatto una quantità di disegni che non mi soddisfano. Solo all’età di settantatré anni ho compreso approssimativamente la vera figura e natura di uccelli, pesci, insetti e piante, e questo mi ha permesso di sperare che fino a ottant’anni avrei fatto ancora grandi progressi. A novant’anni penetrerò nell’essenza piú intima di tutte le cose e a cento m’innalzerò certo a una perfezione superiore.
Questo scrissi all’età di settantacinque anni io, Hokusai, detto Gwakiyo-Rojin, il vecchio pazzo per il disegno ».
Chi non conosce il «Poeta ebbro» di Hokusai, che – inebriato di versi – sparge i fogli al vento?
Questo poeta ebbro sono io, Yvan Goll, che la morte attende davanti alla porta. ¹
Yvan Goll
¹ Alcune frasi, ricostruite dalla breve prefazione di Traumkraut perduta o strappata da Yvan Goll, che egli lesse insieme con le poesie, sedici giorni prima della morte, ad Alfred Döblin e a sua moglie, a Marcel Mihailovici e a me, seduti al suo capezzale nell’Ospedale americano di Parigi. [C. G.].

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