Ela, nel fiume gonfio muore il vento,
come il sogno nel velo delle ciglia.
Dalla ringhiera livida di pioggia
tu ascolti il canto fioco della Vltava.
L’acqua lampeggia, la luna vacilla
tra le cupole verdi nel tuo fiume;
un riflesso di lacrime, un rimpianto
può adornare di perle il nostro sogno.
Ma tu fermi col gesto della mano
nel vuoto il brulichìo delle speranze,
e spegni il fuoco e disperdi il futuro
dentro la nebbia che non ci abbandona.
In altri inverni, in riva a un altro fiume,
ricorderò questi alberi svaniti,
il Mulino Olandese e la notturna
neve che svolazzava sui fanali.
Non resterà che un cupo gorgo d’ombre,
e una voce dissolta nella pioggia,
nel tremolìo del lume, ed il tuo guanto
sdrucito, come un solco nella vita.
Angelo Maria Ripellino
da “Angelo Maria Ripellino, Poesie prime e ultime”, Torino, Aragno, 2006