Il sangue che disegna sulla lettera
il tuo nome,
la carne che domanda, per amarti,
d’essere ferita,
è l’ultima prova che ho
per non lasciarti,
l’ultimo pulsare della vita.
∗
Se tu venissi qui
adesso che il giorno
finisce nella sera;
se tu avanzassi
come fa il cervo nella neve,
se tu m’amassi un po’ di più,
ti giuro,
non potrei,
non vivrei più.
∗
La mia corona
potevi essere tu.
Ma eri troppo dolce,
forse eri troppo simile a un sogno,
forse eri troppo fine.
Così sei stato
la mia corona di spine.
∗
Si adagia su di te la sera
si adagia su di me
la tua affranta, perseguita giovinezza.
Non ci sarà più bellezza:
se tu parti,
non ci sarà più salvezza.
∗
Non piangere!
– mi dice la tua bellezza
ormai imprendibile e lontana –
lo sapevi anche tu
che non ci si poteva amare di più.
∗
In pochi mesi
abbiamo percorso tutta la strada
che conduce alla croce.
Quando siamo arrivati a quel punto
il nostro amore non aveva più voce.
Giovanni Testori
da “A te”, 1972-73, in “Giovanni Testori, Poesie 1965-1993”, Mondadori, 2005