Le muraglie del mondo – Giancarlo Pontiggia

Foto di Boris Smelov

 

      Vicenda dopo vicenda
nella furia viola, nel delirio
dei giorni, s’imprime, sulla pelle
degli esseri del mondo, l’unghia

del tempo

   Stridono, le cose,
nella botola – scura – della materia,
oscillano

a un fiato di mondo

   E sei, e non sei, sei
dove non è che vita
prima, bollore

d’origine

   E dove guardi, non è memoria
ma ostinata volontà di essere
non nel nome, né nella gloria
di uno, ma del tutto
che ripiega, a notte, nel suo eremo
– cieco, torvo –

di nube

   E t’immoti, nel tuo ultimo qui
come nel primo, ti incateni
agli stupefacenti velami del mondo
– ori che razzano, ombre, lumi
di poco, nomi
che s’inabissano in altri nomi, sensi
petrosi, sepolti

in una voragine di fuoco

   E in un vimine, in un filaccio
di stoppia, nel viticcio
che si avviluppa – sovrano, irripetibile –
alle correnti, ondose, dell’aria, è

cielo
e fuoco,
terra che smotta, acque
che sprofondano in altre

acque

   Guardi, e temi
nello stridìo rigoglioso delle cose
che scrollano
da sé ogni nome

vibrano

s’impollinano, tumultuano
all’appello

di un ordine incessante

   Nell’ordine uncinato delle cose,
nel suo fulgore di fuoco e di vento
in ciò che è
e non è

impazzano

gli atomi della mente, nomi
infrazionabili

   Si liquefà, il pensiero
nel suo covo – altero, irreprensibile –

di bronzo lucente

   E affondi
sulla stadera del mondo
al flettersi di un ferro austero,
costante.

Pullula, tra i pesi del tempo,
una congerie di nomi

forme, stampi

   Vortica, l’infinitesima
frazione delle cose, folgora
come al tempo dei tempi

cognizione, talla, scura
deità

   E forzano i confini della mente,
giungono
al tempo che non consola

Necessità
li uncina, dal suo trono di nubi
perenni

Vacillano

   E invochi il giorno, il mese, l’anno
dei tuoi cominciamenti
spore, semi, stampi
del mondo che si ripete, incessante

e tremi

   E nessuno conosce il dopo,
non più del prima
e insorgono contro la fine
con litanie possenti,
con nomi

di fuoco

   Sopravvivono
nei semi dei semi
e della loro semenza, fino all’estremo
conflagrare di tutte

le cose

   Smottano
le muraglie del mondo

Natura,
salamandra possente, torce
la sua coda di tempo

fervido,
che ribolle

Giancarlo Pontiggia

da “Il moto delle cose”, “Lo Specchio” Mondadori, 2017

Un commento su “Le muraglie del mondo – Giancarlo Pontiggia

  1. […] via Le muraglie del mondo – Giancarlo Pontiggia […]

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