
Édouard Boubat, Madras, India, 1971
L’aria, la prima
che hai respirato, era aria di marzo e di mattina. Il sole
ardeva quieto nella sua onda
dalla finestra grande perché grande
era il cuore
e disinteressato
come il sole che appoggia la sua luce sulle acque del fiume
e naviga chiaro
fino al mare
dove lo spazio è tutto attraversato
da fischi di gabbiani e piú niente
fa male. È bello custodire
l’aria nuova sul viso di chi nasce, con mani
umane conservare
sacro il sacro, fare l’aria piú chiara dove tocca
il cuore, perché il cuore sia semplice e leggero
come un aquilone
e altre cose che vanno dalla terra al cielo.
Bello è dire farò quello che posso
e piú di me, come tutte le altre sulla terra: prendi, vita
dalla mia vita
la tua innocente libertà.
Maria Grazia Calandrone
13 ottobre 2008
da “Questo inestimabile nulla”, in “Maria Grazia Calandrone, Sulla bocca di tutti”, Crocetti Editore, 2010
Stupenda !!! Grazie di cuore Titti. Buon week end. Isabella
"Mi piace"Piace a 1 persona
Grazie Isabella, e buon week end anche a te!
"Mi piace"Piace a 1 persona