Esperienza – Giorgio Caproni

Giorgio Caproni

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tutti i luoghi che ho visto,
che ho visitato,
ora so – ne son certo:
non ci sono mai stato.

Giorgio Caproni

da “Il muro della terra”, Garzanti, 1975

L’imperfezione è la cima – Yves Bonnefoy

Man Ray, Venus

 

È vero che occorreva distruggere e distruggere e distruggere,
È vero che la salvezza era a quel prezzo.

Devastare il volto nudo che affiora nel marmo,
Martellare ogni forma di bellezza.

Amare la perfezione in quanto soglia,
Ma conosciuta negarla, dimenticarla morta,

L’imperfezione è la cima.

Yves Bonnefoy

(Traduzione di Diana Grange Fiori)

da “Ieri deserto regnante”, in “Yves Bonnefoy, L’opera poetica”, “I Meridiani” Mondadori, 2010

***

L’imperfection est la cime

Il y avait qu’il fallait détruire et détruire et détruire,
Il y avait que le salut n’est qu’à ce prix.

Ruiner la face nue qui monte dans le marbre,
Marteler toute forme toute beauté.

Aimer la perfection parce qu’elle est le seuil,
Mais la nier sitôt connue, l’oublier morte,

L’imperfection est la cime.

Yves Bonnefoy

da “Pierre Écrite” (1965), in “Poèmes (1945-1974)”, Mercure de France, 1977

«Mi ricorderò di questo autunno» – Leonardo Sinisgalli

Vincent van Gogh, The Red Vineyard, 1888, Pushkin Museum

 

Mi ricorderò di questo autunno
Splendido e fuggitivo dalla luce migrante,
Curva al vento sul dorso delle canne.
La piena dei canali è salita alla cintura,
E mi ci sono immerso disseccato dalla siccità.
Quando sarò con gli amici nelle notti di città
Farò la storia di questi giorni di ventura,
Di mio padre che a pestar l’uva
S’era fatti i piedi rossi,
Di mia madre timorosa
Che porta un uovo caldo nella mano
Ed è più felice d’una sposa.
Mio padre parlava di quel ciliegio
Piantato il giorno delle nozze, mi diceva,
Quest’anno non ha avuto fioritura,
E sognava di farne il letto nuziale a me primogenito.
Il vento di tramontana apriva il cielo
Al quarto di luna. La luna coi corni
Rosei, appena spuntati, di una vitella!
Domani si potrà seminare, diceva mio padre.
Sul palmo aperto della mano guardavo
I solchi chiari contro il fuoco, io sentivo
Scoppiare il seme nel suo cuore,
Io vedevo nei suoi occhi fiammeggiare
La conca spigata.

Leonardo Sinisgalli

da “Vidi le Muse”, “Lo Specchio” Mondadori, 1943

Durante una passeggiata – Adam Zagajewski

Foto di Renate von Mangoldt

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A volte passeggiando, su una strada per i campi,
o in un verde, solitario bosco,
odi lacerti di voci, forse invocazioni;
non vuoi sentire e affretti il passo,
e loro per un attimo ti seguono
come addomesticati animali.

Non vuoi creder loro, ma dopo
su una chiassosa strada metropolitana
rimpiangi di non avere ascoltato
e cerchi di ricordare
sillabe, suoni e pause.

Ma ormai è troppo tardi
e non potrai mai sapere
chi cantava, quale musica
e quale fosse il suo appello.

Adam Zagajewski

(Traduzione di Marco Bruno)

da “Terra del fuoco, 1994”, in “Guarire dal silenzio, Nuovi versi e poesie scelte”, “Lo Specchio” Mondadori, 2020

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Na spacerze

Niekiedy na spacerze, na polnej drodze
albo w zielonym, samotnym lesie
słyszysz strzępy głosów, może wołania;
Nie chcesz im wierzyć i przyspieszasz kroku,
a one przez chwilę idą za tobą
jak oswojone zwierzęta.

Nie chcesz im wierzyć, lecz potem
na ruchliwej, wielkomiejskiej ulicy
żałujesz, że byłeś nieposłuszny
i próbujesz sobie przypomnieć
sylaby, dźwięki i przerwy między nimi.

Jednak jest już za późno
i nigdy się nie dowiesz,
kto śpiewał, jaką muzykę
i jakie w niej było wezwanie.

Adam Zagajewski 

da “Ziemia ognista”, in “Adam Zagajewski, Wiersze wybrane”, Wydawnictwo a5, Kraków, 2010

Per le cantate che si svolgevano nell’aria… – Amelia Rosselli

Amelia Rosselli, foto di Dino Ignani

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per le cantate che si svolgevano nell’aria io rimavo
ancora pienamente. Per l’avvoltoio che era la tua sinistra
figura io ero decisa a combattere. Per i poveri ed i malati
di mente che avvolgevano le loro sinistre figure di tra
le strade malate io cantavo ancora tarantella la tua camicia
è la più bella canzone della strada. Per le strade odoranti
di benzina cercavamo nell’occhio del vicino la canzone
preferita. Per quel tuo cuore che io largamente preferisco
ad ogni altra burrasca io vado cantando amenamente delle
canzoni che non sono per il tuo orecchio casto da cantante
a divieto. Per il divieto che ci impedisce di continuare
forse io perderò te ancora ed ancora – sinché le maree del
bene e del male e di tutte le fandonie di cui è ricoperto
questo vasto mondo avranno terminato il loro fischiare.

Amelia Rosselli

da “Variazioni Belliche”, 1960-1961, in “Amelia Rosselli, L’opera poetica”, “I Meridiani” Mondadori, 2002