Tre poesie d’amore – Leonardo Sinisgalli

Romel de la Torre, Drawing with charcoal and pastel on paper

I

Chi ama non riconosce, non ricorda,
trova oscuro ogni pensiero,
è straniero a ogni evento.
Mi sono accorto più tardi
di tutti gli anni che l’aria
sul colle è già più leggera,
l’erba è tiepida di fermenti.
Dovevo arrivare così tardi
a non sentire più spaventi,
pestare aride stoppie, raspare
secche murate, coprire la noia
come uno specchio col fiato.
Sono un uccello prigioniero
in una gabbia d’oro. La selva
variopinta è senza colore per me.
L’anima s’è trovata la sua stanza
intorno a te.

2

Ci piace l’aria sfatta
la derelitta quiete sulla plaga
il volo basso degli uccelli migranti
tra cespi di alghe, lacere
spoglie di velieri.
                                                           Oltre il labile
vespero qui sostano gli amanti pellegrini,
dove ogni sera una fioca
speranza li trascina di là
dai ponti a una riva di acquitrini,
passeggeri sospinti senza requie
sulle arene impassibili.

3

Si fatica per anni
a sciogliere i nodi,
a dare un’immagine
favolosa a una ciocca
illeggibile di segni perduti.

Leonardo Sinisgalli

1944

da “I nuovi Campi Elisi”, 1942-1947, in “Poesie di ieri”, 1931-1956, “Lo Specchio” Mondadori, 1966

Via Velasca – Leonardo Sinisgalli

Herbert List, Goldfish Bowl, Santorini, 1937

 

Il calpestìo di tanti anni
L’ha quasi affondata, la via
Incredibilmente si è stretta.
Questa è l’ora mia, la mia ora diletta.
Io, ricordo la sera che alla fioca
Luce si spense ogni rumore, un grido
Disse il mio nome come in sogno e sparve.
La via s’incurva, sgocciola
Il giorno dalle cime dei tetti:
Quest’ora dolce suona nel petto.
Non è che una larva restìa
La luce, un barlume: entro la boccia
Di vetro un pesce s’illumina.

Leonardo Sinisgalli

da “Vidi le Muse”, “Lo Specchio” Mondadori, 1943

Vidi le Muse – Leonardo Sinisgalli

Josef Sudek, The Magic Garden, 1952

 

Sulla collina
Io certo vidi le Muse
Appollaiate tra le foglie.
Io vidi allora le Muse
Tra le foglie larghe delle querce
Mangiare ghiande e coccole.
Vidi le Muse su una quercia
Secolare che gracchiavano.
Meravigliato il mio cuore
Chiesi al mio cuore meravigliato
Io dissi al mio cuore la meraviglia.

Leonardo Sinisgalli

da “Vidi le Muse”, “Lo Specchio” Mondadori, 1943

I tuoi segni – Leonardo Sinisgalli

Florence Henri, Portrait composition n°8, 1938

 

Riguardo quando non ci sei
gli scartafacci toccati dalle tue dita,
i fogli con le impronte dei giorni
bui, delle ferite dolenti.
Guardo le carte miracolosamente
riavute (gli editori sono a caccia
di farfalle sui lungotevere),
draghi gioiosi, tronchi
capelluti, meteore fiammanti, e
mi esalto e mi dispero
perché è morta la tua mano.

Leonardo Sinisgalli

da “Dimenticatoio”, “Lo Specchio” Mondadori, 1978

«Da quanti anni, da sempre» – Leonardo Sinisgalli

Foto di Ferdinando Scianna

 

Da quanti anni, da sempre
Sul finire del giorno
Lungo il muro il tuo passo ritorna
La tua mano mi tocca
Delusa: Leonardo, mi dici a bocca
Chiusa. Il vento leggera ti scioglie.
Io ti sento partire dal mio fianco
Nella brezza delle foglie.
La tua voce è una carezza
Che brucia più l’ora si attarda:
Io non so dove mi conduce.

Leonardo Sinisgalli

da “Il cacciatore indifferente”, (1939-1942), in “Tutte le poesie”, Mondadori, Milano, 2020