Tra le lacrime bevo il luccichio
del fiume che calza scarpine di gelo:
sulla distesa di acque assiderate
scivola perlaceo il tuo volto.
Dietro le ostie del tempo ti rivedo,
ferma a un cantuccio di Praga:
sotto agnelli di neve, ingiallita,
dietro specchietti di celluloide,
con gli occhi malati dei tram
Praga piange. E la nostra vita
si scioglie in laghi di dolce speranza.
Ma almeno il desiderio, almeno l’ansia
di tornare fra quelle umide pietre,
di riabbracciare le statue del ponte,
dà un cielo ai giorni mesti, una musica
ai fili del pianto e rinchioma
gli alberi del nostro amore.
Angelo Maria Ripellino
da “Angelo Maria Ripellino, Poesie prime e ultime”, Torino, Aragno, 2006