
Foto di William Gedney
QUATTRO
11.
Lo scorso settembre
il dott. O. mi chiese se
non sarebbe meglio essere
un po’ meno fissato
a contemplare l’esodo
di formiche idiote che attraversano
lente il voluttuoso
deserto della
mia coscienza…
a non essere invitato
così spesso allo spettacolo
di Dio da sempre in scena,
Erranti senza ali.
Non so come andare avanti,
dissi, non l’ho mai saputo
perché
fa molto male.
Sì, rispose, lo so,
sì, è così.
Philip Schultz
(Traduzione di Maria Adelaide Basile, Fiorenza Mormile, Anna Maria Rava, Anna Maria Robustelli e Paola Splendore)
da “Erranti senza ali”, a cura di Paola Splendore, Donzelli Poesia, 2016
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FOUR
11.
Last September
Dr. O. asked if I
wouldn’t prefer to be
a tad less obsessed
with watching an exodus
of imbecile ants inch
across the voluptuous
wilderness of
my consciousness…
with not being called
quite so often to God’s
longest-running spectacle,
The Wandering Wingless?
I don’t know how to proceed,
I said, I never knew
because
it hurts so bad.
Yes, it does, he said,
Yes, indeed.
Philip Schultz
da “The Wandering Wingless”, in “Failure”, Harcourt Books, 2007