
Foto di Gabrielle Duplantier
E in ultimo ti dirò: — Addio,
e non promettermi amore.
Perderò la ragione. O troverò
la sublime serenità della follia.
Come mi hai amato? Pregustando
l’offesa della fine. Ma non è questo…
Come mi hai amato? Offendendo i principi
dell’amore. Ma in modo così goffo…
Crudeltà del fallimento, io
non ti perdono. Vivo, cammino,
vedo il bianco mondo,
ma il corpo mio è deserto.
La mente vorrebbe ancora un piccolo
lavoro. Ma son deboli le mani.
E uno sciame di odori e di sapori
in volo sghembo si allontana da me.
Bella Achatovna Achmadulina
(Traduzione di Serena Vitale)
da “Tenerezza e altri addii”, Guanda, 1971
L’ha ribloggato su Alessandria today.
"Mi piace"Piace a 1 persona