Desiderio di cose leggere – Antonia Pozzi

Alicia Savage, Waiting Sails

 

Giuncheto lieve biondo
come un campo di spighe
presso il lago celeste

e le case di un’isola lontana
color di vela
pronte a salpare –

Desiderio di cose leggere
nel cuore che pesa
come pietra
dentro una barca –

Ma giungerà una sera
a queste rive
l’anima liberata:
senza piegare i giunchi
senza muovere l’acqua o l’aria
salperà – con le case
dell’isola lontana,
per un’alta scogliera
di stelle –

Antonia Pozzi

1° febbraio 1934

da “Parole: diario di poesia”, “Lo Specchio” Mondadori, 1964

Per Emilio Comici – Antonia Pozzi

Edward Steichen, The Big White Cloud, Lake George, 1903, Metropolitan Museum of Art, New York

 

Si spalancano laghi di stupore
a sera nei tuoi occhi
fra lumi e suoni:

s’aprono lenti fiori di follia
sull’acqua dell’anima, a specchio
della gran cima coronata di nuvole…

Il tuo sangue che sogna le pietre
è nella stanza
un favoloso silenzio.

Antonia Pozzi

Misurina, 7 agosto 1938

da “Parole: diario di poesia”, “Lo Specchio” Mondadori, 1948

Canto della mia nudità – Antonia Pozzi

 

Guardami: sono nuda. Dall’inquieto
languore della mia capigliatura
alla tensione snella del mio piede,
io sono tutta una magrezza acerba
inguainata in un color d’avorio.
Guarda: pallida è la carne mia.
Si direbbe che il sangue non vi scorra.
Rosso non ne traspare. Solo un languido
palpito azzurro sfuma in mezzo al petto.
Vedi come incavato ho il ventre. Incerta
è la curva dei fianchi, ma i ginocchi
e le caviglie e tutte le giunture,
ho scarne e salde come un puro sangue.
Oggi, m’inarco nuda, nel nitore
del bagno bianco e m’inarcherò nuda
domani sopra un letto, se qualcuno
mi prenderà. E un giorno nuda, sola,
stesa supina sotto troppa terra,
starò, quando la morte avrà chiamato.

Antonia Pozzi

Palermo, 20 luglio 1929

da “Parole”, in “Antonia Pozzi, Poesia che mi guardi”, Luca Sossella Editore, Bologna, 2010

 Il volto nuovo – Antonia Pozzi

 

Che un giorno io avessi
un riso
di primavera − è certo;
e non soltanto lo vedevi tu, lo specchiavi
nella tua gioia:
anch’io, senza vederlo, sentivo
quel riso mio
come un lume caldo
sul volto.

Poi fu la notte
e mi toccò esser fuori
nella bufera:
il lume del mio riso
morí.

Mi trovò l’alba
come una lampada spenta:
stupirono le cose
scoprendo
in mezzo a loro
il mio volto freddato.

Mi vollero donare
un volto nuovo.

Come davanti a un quadro di chiesa
che è stato mutato
nessuna vecchia piú vuole
inginocchiarsi a pregare
perché non ravvisa le care
sembianze della Madonna
e questa le pare
quasi una donna
perduta −

cosí oggi il mio cuore
davanti alla mia maschera
sconosciuta.

 Antonia Pozzi

20 agosto 1933

da “Parole: diario di poesia”, “Lo Specchio” Mondadori, 1964

Rigurgito di giovinezza – Antonia Pozzi

a L.B.

Umida strada
cielo d’ametista
lacrime e lacrime
sulle tue lunghe ciglia
sulle mie lunghe dita
ma la mia anima
canora contro il vento
come un drappo di seta
a sbandierare
frenetica di strappi
per versare in uno squarcio
la sua giovinezza
ed inondarne te
nuvola bionda
impolverata dalla vita.

Antonia Pozzi

Pasturo, 15 settembre 1929

da “Antonia Pozzi, Tutte le opere”, Garzanti, 2009