Errori – Antonia Pozzi

Irene Kung

 

Fiocca la neve leggiadramente
sui cesti delle fioraie: imbianca
le giunchiglie e le viole,
le fresie magre, venute
dai paesi del sole.
A guardarle si pensa
dei tanti destini errati
che dolgono
per le vie della terra
ed un furore nostalgico serra
per le vie d’oro dell’anima
a cui neve non giunge.

Antonia Pozzi

Milano, 2 marzo 1932

da “Antonia Pozzi, Parole”, Garzanti, 1989

Per Emilio Comici – Antonia Pozzi

Edward Steichen, The Big White Cloud, Lake George, 1903, Metropolitan Museum of Art, New York

 

Si spalancano laghi di stupore
a sera nei tuoi occhi
fra lumi e suoni:

s’aprono lenti fiori di follia
sull’acqua dell’anima, a specchio
della gran cima coronata di nuvole…

Il tuo sangue che sogna le pietre
è nella stanza
un favoloso silenzio.

Antonia Pozzi

Misurina, 7 agosto 1938

da “Parole: diario di poesia”, “Lo Specchio” Mondadori, 1948

Canto della mia nudità – Antonia Pozzi

 

Guardami: sono nuda. Dall’inquieto
languore della mia capigliatura
alla tensione snella del mio piede,
io sono tutta una magrezza acerba
inguainata in un color d’avorio.
Guarda: pallida è la carne mia.
Si direbbe che il sangue non vi scorra.
Rosso non ne traspare. Solo un languido
palpito azzurro sfuma in mezzo al petto.
Vedi come incavato ho il ventre. Incerta
è la curva dei fianchi, ma i ginocchi
e le caviglie e tutte le giunture,
ho scarne e salde come un puro sangue.
Oggi, m’inarco nuda, nel nitore
del bagno bianco e m’inarcherò nuda
domani sopra un letto, se qualcuno
mi prenderà. E un giorno nuda, sola,
stesa supina sotto troppa terra,
starò, quando la morte avrà chiamato.

Antonia Pozzi

Palermo, 20 luglio 1929

da “Parole”, in “Antonia Pozzi, Poesia che mi guardi”, Luca Sossella Editore, Bologna, 2010

Preghiera alla poesia – Antonia Pozzi

Foto di Emil Schildt

 

Oh, tu bene mi pesi
l’anima, poesia:
tu sai se io manco e mi perdo,
tu che allora ti neghi
e taci.

Poesia, mi confesso con te
che sei la mia voce profonda:
tu lo sai,
tu lo sai che ho tradito,
ho camminato sul prato d’oro
che fu mio cuore,
ho rotto l’erba,
rovinata la terra –
poesia – quella terra
dove tu mi dicesti il piú dolce
di tutti i tuoi canti,
dove un mattino per la prima volta
vidi volar nel sereno l’allodola
e con gli occhi cercai di salire –
Poesia, poesia che rimani
il mio profondo rimorso,
oh aiutami tu a ritrovare
il mio alto paese abbandonato –
Poesia che ti doni soltanto
a chi con occhi di pianto
si cerca –
oh rifammi tu degna di te,
poesia che mi guardi.

Antonia Pozzi

Pasturo, 23 agosto 1934

da “Parole: diario di poesia”, “Lo Specchio” Mondadori, 1964

 Il volto nuovo – Antonia Pozzi

 

Che un giorno io avessi
un riso
di primavera − è certo;
e non soltanto lo vedevi tu, lo specchiavi
nella tua gioia:
anch’io, senza vederlo, sentivo
quel riso mio
come un lume caldo
sul volto.

Poi fu la notte
e mi toccò esser fuori
nella bufera:
il lume del mio riso
morí.

Mi trovò l’alba
come una lampada spenta:
stupirono le cose
scoprendo
in mezzo a loro
il mio volto freddato.

Mi vollero donare
un volto nuovo.

Come davanti a un quadro di chiesa
che è stato mutato
nessuna vecchia piú vuole
inginocchiarsi a pregare
perché non ravvisa le care
sembianze della Madonna
e questa le pare
quasi una donna
perduta −

cosí oggi il mio cuore
davanti alla mia maschera
sconosciuta.

 Antonia Pozzi

20 agosto 1933

da “Parole: diario di poesia”, “Lo Specchio” Mondadori, 1964