
Dirk Wüstenhagen
I.
Quando fioriva la mia dolce infanzia,
un Nume rapirmi
soleva lontano
dal grido e dalla fèruda degli uomini:
cosí che tranquillo, al riparo,
coi fiori del bosco giocavo;
e gli zefiri eterei
giocavan con me.
E come tu l’intimo cuore
rallegri alle piante,
allor che dischiudo» protese
la tenere braccia al tuo raggio,
cosí, padre Helios,
empivi di gioia il mio cuore:
e amarmi ti piacque,
novello Endimione,
Luna divina!
Oh, se mai noto,
benevoli Numi, vi fosse
di quale amore, in quel tempo,
ardevo per Voi!
In quel tempo, per nome chiamarvi
ancor non sapevo, o Celesti!
Né me chiamavate per nome,
cosí come sogliono gli uomini
per quanto a vicenda s’ignorino…
Meglio assai che mi fossero noti,
nel fluir della vita, i mortali,
anche allora, o Divini,
foste noti al mio cuore veggente.
E compresi il silenzio dell’Etere,
nel mentre pur sempre recondito
m’è rimasto il linguaggio degli uomini.
Io crebbi all’arcana melòde
del bosco in susurro;
ad amare imparai di tra i fiori.
E divenni
nelle braccia dei Numi.
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Friedrich Hölderlin
(Traduzione di Vincenzo Errante)
da “Liriche del ripiegamento lirico”, in “Vincenzo Errante, La lirica di Hoelderlin”, Vol. I, Riduzione in versi italiani, Sansoni, 1943
∗∗∗
«Da ich ein Knabe war»
Da ich ein Knabe war,
Rettet’ ein Gott mich oft
Vom Geschrei und der Rute der Menschen,
Da spielt’ ich sicher und gut
Mit den Blumen des Hains,
Und die Lüftchen des Himmels
Spielten mit mir.
Und wie du das Herz
Der Pflanzen erfreust,
Wenn sie entgegen dir
Die zarten Arme strecken,
So hast du mein Herz erfreut
Vater Helios! und, wie Endymion,
War ich dein Liebling,
Heilige Luna!
Oh all ihr treuen
Freundlichen Götter!
Daß ihr wüßtet,
Wie euch meine Seele geliebt!
Zwar damals rief ich noch nicht
Euch mit Namen, auch ihr
Nanntet mich nie, wie die Menschen sich nennen
Als kennten sie sich.
Doch kannt’ ich euch besser,
Als ich je die Menschen gekannt,
Ich verstand die Stille des Äthers
Der Menschen Worte verstand ich nie.
Mich erzog der Wohllaut
Des säuselnden Hains
Und lieben lernt’ ich
Unter den Blumen.
Im Arme der Götter wuchs ich groß.
Friedrich Hölderlin
da “Gedichte”, Stuttgart, J.G. Cotta, 1847