Vicino a te… – Giovanni Testori

René Groebli, Auge der Liebe, Liegender Akt (Nr. 532), 1952

XXIV

Vicino a te,
le braccia sul marmo del tuo petto,
il ventre stanco e grigio
sulla tua schiena dolce…

Ti sento respirare;
indovino dai battiti
il tragitto,
la letizia e cadenza dei pensieri.

Morire, a poco a poco,
– ti dico senza voce –
di questa vita tua;
rigenerare in te
la mia sconfitta;
fare del mio pensoso dubbio
la tua ardita,
lucente sicurezza.

E la tua schiena è lì;
la bacio;
la ricolmo di saliva;
specchio diventa e fiore
del mio cieco,
inutile dolore.

Giovanni Testori

da “L’amore”, Feltrinelli, Milano, 1968

Un albero – Ghiannis Ritsos

Piet Mondrian, L’Albero argentato, 1911, L’Aja, Gemeentemuseum Den Haag

 

L’albero era cresciuto nella parte superiore del giardino,
alto, solitario, slanciato – forse la sua altezza 
tradiva un’idea segreta di intrusione. Non diede mai
fiori né frutti, solo un’ombra lunga che divideva in due il giardino
e una misura inapplicabile agli altri alberi carichi e curvi.
Ogni sera, quando il tramonto glorioso si spegneva,
uno strano uccello arancione si appollaiava silenzioso tra le sue fronde
come il suo unico frutto – una piccola campana d’oro
su un altissimo campanile verde. Quando tagliarono l’albero,
quell’uccello vi volteggiava sopra con piccoli gridi feroci
disegnando cerchi nell’aria, disegnando nel tramonto
la forma inesauribile dell’albero; e quella piccola campana
suonava invisibile lassù, più alta dell’altezza dell’albero.

Ghiannis Ritsos

(Traduzione di Nicola Crocetti)

da “Testimonianze”, Prima serie (1957-1963)

da “Testimonianze”, Crocetti Editore, 2022

∗∗∗

Ἕνα δέντρο

Τό δέντρο αὐτό εἶχε φυτρώσει στό πάνω μέρος τοῦ ϰήπου,
ψηλό, μοναχιϰό, εὐθυτενές – ἴσως τό ὕψος του
νά πρόδινε μιά μυστιϰήν ἰδέα παρείσαϰτου. Ποτέ δέν ἔδωσε
λουλούδιςϰ ϰαί ϰαρπούς, μόνο μιά σϰιά μαϰριά πού χώριζε στά δυό τόν ϰῆπο
ϰι ἕνα μέτρο ἀνεφάρμοστο γιά τά σϰυμμένα, φορτωμένα δέντρα.
Κάθε βράδυ, ὅταν ἔσβηνε τό ἔνδοξο ἡλιόγερμα,
ἕνα παράξενο, πορτοϰαλί πουλί ϰούρνιαζε σιωπηλό στό φύλλωμά του
σάν τόν μοναδιϰό ϰαρπό του – μιά μιϰρή χρυσή ϰαμπάνα
σ’ ἕνα πράσινο, θεόρατο ϰαμπαναριό. Ὅταν ϰόψαν τό δέντρο,
ἐϰεῖνο τό πουλί γύριζε μέ μιϰρές, ἄγριες ϰραυγές ἐπᾴνω του
γράφοντας ϰυϰλους στον αγερα, γράφοντας στό λιόγερμα
τό σχῆμα τοῦ δέντρου ἀνεξάντλητο· ϰι αὐτή ἡ μιϰρή ϰαμπάνα
σήμαινε ἀόρατη ψηλά, ϰαί πιό ψηλά ἀπ’ τό ὕψος του.

Γιάννης Ρίτσος

da “Μαρτυρίες”,  Σειρά πρώτη, 1963 

 

Possesso immaginario – Paul Celan

Paul Celan

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ammucchia dunque insieme fogliame e anime.
Vibra lieve la mazza e copri il viso.
Incorona coi battiti che mancano al cuore
il cavaliere che lotta con lontani mulini.

Son solo nubi che non sopportava.
Ma il suo cuore tintinna al passare di un angelo.
Piano inghirlando ciò che non abbatté:
la rossa barriera e il nero centro.

Paul Celan

(Traduzione di Dario Borso)

da “La sabbia delle urne”, Einaudi, Torino, 2016

Traumbesitz [Possesso immaginario]    Composta a Czernowitz nel 1941.
v. 2 copri. Variante: «verhäng [vela]».
v. 3 battiti. Schläge è tanto «battiti» (del cuore) quanto «colpi» (di mazza).
v. 4 Cfr. Miguel de Cervantes, Don Quijote, parte I, cap. VIII.
v. 7 inghirlando. Variante: «schmücke [abbellisco]».
v. 8 Variante: «die schwarze Schranke und die rote Mitte [la nera barriera e il rosso centro]». Il concetto di barriera emato-encefalica, proposto con successo da Lina Stern nel 1921, può avere interessato l’ex-studente di medicina. (Dario Borso)
∗∗∗

Traumbesitz

So leg das Laub zusammen mit den Seelen.
Schwing leicht den Hammer und verhüll das Angesicht.
Krön mit den Schlägen, die dem Herzen fehlen,
den Ritter, der mit fernen Mühlen ficht.

Es sind nur Wolken, die er nicht ertrug.
Doch klirrt sein Herz von einem Engelschritte.
Ich kränze leise, was er nicht zerschlug:
die rote Schranke und die schwarze Mitte.

Paul Celan

da “Der Sand aus den Urnen”, Suhrkamp Verlag, Frankfurt am Main, 2003

«Amore, oggi il tuo nome» – Cristina Campo

 

Amore, oggi il tuo nome
al mio labbro è sfuggito
come al piede l’ultimo gradino…

Ora è sparsa l’acqua della vita
e tutta la lunga scala
è da ricominciare.

T’ho barattato, amore, con parole.

Buio miele che odori
dentro diafani vasi
sotto mille e seicento anni di lava –

Ti riconoscerò dall’immortale
silenzio.

Cristina Campo

da “Passo d’addio”, “All’Insegna del pesce d’oro”, Scheiwiller, Milano, 1956

Questo solo – Ghiannis Ritsos

Ghiannis Ritsos

 

È un uomo ostinato. A dispetto del tempo afferma:
“amore, poesia, luce”. Costruisce su un fiammifero
una città con case, alberi, statue, piazze,
con belle vetrine, con balconi, sedie, chitarre,
con abitanti veri e vigili gentili. I treni
arrivano in orario. L’ultimo scarica
tavolini di marmo per un locale in riva al mare
dove rematori sudati con belle ragazze
bevono limonate diacce guardando le navi.
Questo solo ho voluto dire, se non mi credono fa niente.

Ghiannis Ritsos

(Traduzione di Nicola Crocetti)

(1987; da Tardi, molto tardi nella notte, 1991: I negativi del silenzio)

da “I negativi del silenzio”, 1987, in “Molto tardi nella notte”, Crocetti Editore, 2020

∗∗∗

Αὐτό μονάχα

Ἐ πίμονος ἄνθρωπος. Στό πεῖσμα τοῦ χρό νου ἰσχυρίζεται:
«ἔρωτας, ποίηση, φῶς». Σ’ ἕνα σπιρτό ξυλο χτίζει
μι ά πολιτεία μέ σπίτια, δέντρα, ἀγάλματα, πλατεῖες,
μέ ὡραῖες βιτρίνες, μέ μπαλ ϰονια, ϰαρέ ϰλες, ϰιθάρες
μέ ἀληθινούς ϰατοί ϰους ϰι εὐγενι ϰούς ϰι τροχονό μους.
        Τά τραῖνα
φτάνουν ϰανονι ϰ ά στ ήν ὥρα τους. Τό τελευταῖς ξεφορτωνει
μι ϰρ ά τραπεζά ϰια μαρμάρινα παραθαλάσσιου ϰέντρου
ὅπου ἱδρωμένοι ϰωπηλάτες μέ ὅμορερα ϰορίτσια
πίνουνε παγωμένες λεμονάόες ϰοιτώντας τά πλοῖα.
Αὐτό μονάχα θέλησα νά τῶ ϰι ἄς μή μέ πιστέψομν.

Γιάννης Ρίτσος

1987

da “Ἀργά, πολύ ἀργά μέσα στή νύχτα”, 1991: “Τά άρνητιϰα τñς σιωπñς”