
Alessio Albi, Mirror, 2015
Lo senti, amore?… Le mani sollevo,
ed è nell’aria — lo senti? — un fruscío.
Entro la solitudine, perviene
come un suono ogni gesto
alle cose che origliano mute.
Lo senti, amore?… Le palpebre inclino
e ti raggiunge un novello fruscío.
Lo senti, amore?… Ridesto, le schiudo….
Oh perché mai non ti vedo, amor mio?
D’ogni piú lieve mio gesto, rimane
come un’impronta tenace, che appare
nel serico silenzio.
Ogni piú labile moto s’incide
entro il velario disteso dell’ètere,
imperituro.
Col mio respiro, in un ritmo, le stelle
via per il cielo discendono, salgono.
Alle mie labbra l’olezzo dei fiori
giunge qual filtro, che immemore bevo.
E riconosco tralucer nell’ombra
d’angeli ignoti un lontano accennare.
Questo, e non altro, sognando ripenso….
Piú non mi avveggo, Diletta, di te….
Rainer Maria Rilke
(Traduzione di Vincenzo Errante)
da “Il libro delle immagini, 1902”, in “Rainer Maria Rilke, Liriche scelte e tradotte da Vincenzo Errante”, Sansoni, 1941
∗∗∗
Die Stille
Hörst du Geliebte, ich hebe die Hände —
hörst du: es rauscht…
Welche Gebärde der Einsamen fände
sich nicht von vielen Dingen belauscht?
Hörst du, Geliebte, ich schließe die Lider
und auch das ist Geräusch bis zu dir.
Hörst du, Geliebte, ich hebe sie wieder……
… aber warum bist du nicht hier.
Der Abdruck meiner kleinsten Bewegung
bleibt in der seidenen Stille sichtbar;
unvernichtbar drückt die geringste Erregung
in den gespannten Vorhang der Ferne sich ein.
Auf meinen Atemzügen heben und senken
die Sterne sich.
Zu meinen Lippen kommen die Düfte zur Tränke,
und ich erkenne die Handgelenke
entfernter Engel.
Nur die ich denke: Dich
seh ich nicht.
Rainer Maria Rilke
da “Das Buch der Bilder”, 1902
Sempre leggero e profondo. Un cosmo a sé stante. Infinito.
Grazie per il post. 🙂
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