
Foto di Jonas Hafner
Anno dopo anno sempre più impalpabile.
Sarà così impalpabile alla fine –
così disse lei, e lo diceva sul serio.
Ma a volte mi sembra di affogare nel tempo,
ho la sensazione di affogare da sempre,
mormorò lui.
Questo è perché affoghi da sempre, disse lei.
È solo perché affoghi da sempre, e lo sai.
Non lo so. A volte penso di non avere altro da offrire.
L’impalpabile, sai, è vicino al nulla.
Lo so, e plaudo la tua scoperta;
plaudo all’azzurro dei tuoi occhi.
Non lasci nulla dopo di te.
È proprio questo che mi affligge.
È proprio questo che diranno nel piangermi.
Sento precisamente questo.
Di nuovo sbagli: tu stai bene e il benessere ti circonda.
È già qui, e tu viaggi sulle sue spalle;
sii paziente e presto ti abbraccerà.
Alla fine, ti bacerà.
Tu sai come avviene, così.
Natan Zach
(Traduzione di Maria Sole Abate)
dalla rivista “Poesia”, Anno XVIII, Dicembre 2005, N. 200, Crocetti Editore