
Elliot Burke, Hands
Noi agitiamo quest’acqua. In essa le nostre mani si cercano,
Talvolta si sfiorano, forme spezzate.
Più in basso, è una corrente, è qualcosa d’invisibile,
Altri alberi, altre luci, altri sogni.
E guarda, sono anche altri colori.
La rifrazione trasfigura il rosso.
Era un giorno d’estate? No, è il temporale
Che «cambierà il cielo», e fino a sera.
Noi immergevamo le mani nel linguaggio,
Vi afferrarono parole delle quali non sapemmo
Che fare, non essendo che i nostri desideri.
Noi invecchiammo. Quest’acqua, nostra speranza.
Altri sapranno cercare più nel profondo
Un nuovo cielo, una nuova terra.
Yves Bonnefoy
(Traduzione di Fabio Scotto)
da “L’ora presente”, “Lo Specchio” Mondadori, 2015
***
Nos mains dans l’eau
Nous remuons cette eau. Nos mains s’y cherchent,
S’y effleurent parfois, formes brisées.
Plus bas, c’est un courant, c’est de l’invisible,
D’autres arbres, d’autres lumières, d’autres rêves.
Et vois, même ce sont d’autres couleurs.
La réfraction transfigure le rouge.
Était-ce un jour d’été, non, c’est l’orage
Qui va «changer le ciel», et jusqu’au soir.
Nous plongions nos mains dans le langage,
Elles y prirent des mots dont nous ne sûmes
Que faire, n’étant rien que nos désirs.
Nous vieillîmes. Cette eau, notre espérance.
D’autres sauront chercher à plus profond
Un nouveau ciel, une nouvelle terre.
Yves Bonnefoy
da “L’heure présente”, Mercure de France, 2011
Un nuovo cielo, una nuova terra…
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