
Foto di Heiner Luepke
Ho tanta fede in te. Mi sembra
che saprei aspettare la tua voce
in silenzio, per secoli
di oscurità.
Tu sai tutti i segreti,
come il sole:
potresti far fiorire
i gerani e la zàgara selvaggia
sul fondo delle cave
di pietra, delle prigioni
leggendarie.
Ho tanta fede in te. Son quieta
come l’arabo avvolto
nel barracano bianco
che ascolta Dio maturargli
l’orzo intorno alla casa.
Antonia Pozzi
8 dicembre 1934
da “Preghiera alla poesia”, Acquaviva Editore, 2013
La poesia a cui si confidano segreti e che ci “rimanda”illuminandoci in certi momenti. Ma sono le nostre parole , i nostri pensieri allo specchio, a volte troppo lontano da poter sentire in certi momenti, altre volte vicino.Siamo noi che parliamo, estremo limite dell esempio(parossismo?)ad un animale a noi vicino, dandogli la voce che vogliamo, sentimenti e pensieri nostri.Ma siamo ancora soli, seppur in compagnia , quasi cosciente, di noi .In concreto , la domanda immaginata su quel display luminoso, mi ha portato a pensare che anche qui la poesia potrebbe essere una persona, una donna ,un uomo ,per cui si prova qualcosa .L arte, poi, ne è il racconto, ma ciò che ci muove è sempre qualcosa di carnale e molto umano.Ciò che davvero dà parole, note o colori, oltre alla natura tutta, è certamente l incontro con l Uomo e con gli uomini , i soli a parlare una lingua più simile a noi stessi.Io credo che senza questo quasi nessun “credo “sarebbe sentito , basterebbe.
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