
Michael Kenna, Branik Station, Prague, Czechoslovakia, 1992
E guarderemo dai vetri ancora i fanali e gli scali
Di una stazione di notte dove una folla tace
Di dormenti e di morti d’altri inverni.
La mano ha perduto la mano e la fronte è caduta.
Il cuore ha lasciato il cuore inerte. Passano
Sulla neve, ripassano, le sentinelle.
Lasciaci gli occhi, sonno, e il loro male nel buio
Finché non cresca il giorno a riscuotere i visi
E a riconoscere i morti quel giorno non gridi
E fiamma e pianto invada la mano gelata.
Franco Fortini
da “Foglio di via e altri versi”, Einaudi, Torino, 1967