
Foto di Jonas Hafner
Dolce amica, non credo alle tue
parole, ai tuoi sensi, ai tuoi occhi
e neppure a me stesso, soltanto credo
alle stelle che splendono in alto.
Per un sentiero làtteo le stelle
mi mandano sogni infallibili
e nel deserto sconfinato allevano
per me fiori celesti.
E in quell’eterna estate, tra quei fiori,
intrisa di argento azzurrino,
come leggiadra tu sei, e nella luce stellare
com’è libero e puro l’amore.
Vladimir Sergeevič Solov’ëv
(Traduzione di Angelo Maria Ripellino)
da “Poesia russa del Novecento”, Guanda, Parma, 1954