
Foto di Nicola Bertellotti
Alla luce della luna che inondava l’isola
sembrava essersi risvegliato il vulcano sommerso
le nostre mani si trasformavano in polpi
cercando corpi vicini e inaccessibili
fino a perdersi nelle loro tane oscure.
Dita bianche, tentacoli bianchi, giunture bianche,
le mani cercavano di trattenere
nella loro umida cavità
la forma del tuo corpo che cambiava,
e cambiavi tu stessa, non eri piú tu,
eri le sette donne che avevo amato
e io ero i sette ragazzi addormentati
che subirono il martirio e morirono sette volte.
Ogni volta che allungo le mani per toccarti
trovo il mare, le pietre, la luna
che esistono oltre noi e non ci sanno.
Come nessuno sa che tempo or sono
mi hanno sepolto nella corte
di questa chiesa deserta, dimenticata.
Titos Patrikios
(Traduzione di Nicola Crocetti)
da “Fermata a richiesta (1967-1973)”, in “La resistenza dei fatti”, Crocetti Editore, 2007