
Řevnice
È tardi per i sogni, spunta l’alba,
si spegne il gocciolìo della fontana;
come su un flauto l’acqua si lamenta,
ora che il freddo la muta in cristallo.
Ritorno oggi dinanzi alla capanna.
Le lanterne cinesi erano buffe,
come cilindri ammaccati da un grassone,
la notte che leggemmo «Rudoarmějci».
E alle ore quattro, coi piedi nell’erba,
correva il treno dalla gola roca
sul terrapieno bianco di rugiada.
Lunga notte e frescura del fiume
e scintillìo di stelle su Řevnice,
uccelli pigri, erba gelosa, amore.
Angelo Maria Ripellino
da “Versi inediti e rari”, in “Poesie prime e ultime”, Torino, Aragno, 2006