Debito autunnale – Ghiannis Ritsos

Γιάννης Ρίτσος

 

La casa profuma già di autunno. E una volta ancora siamo impreparati,
senza pullover né sciarpe. Nuvole inattese
dal mattino oscurano le colline. Dobbiamo sbrigarci
a fare un po’ di provviste, perché tra poco arrivano
i venti sbraitanti. I vapori della cucina
occupano il primo posto nel silenzio del corridoio. A uno a uno
chiudono i locali sul mare. Sul molo bagnato
pacchetti di sigarette vuoti, recipienti di plastica, giornali
e i gatti randagi affamati che guardano
l’orologio della dogana privo di lancette. Domande dimenticate
cigolano di nuovo come banderuole arrugginite
sui tetti di case abbandonate, i cui proprietari
sono morti anni fa di tisi senza lasciare eredi.
Ma tu, a dispetto della pioggia e dei venti, insisti
sotto la tua lampada, su questa sedia dura,
per lasciare qualcosa a chi verrà dopo – almeno due versi,
scritti con la mano della pioggia, che indichino tremanti
sempre, sempre, in direzione del sole.

Ghiannis Ritsos

Karlòvasi, 14.VIII.87

da “L’albero nudo”, 1987, in “Molto tardi nella notte”, Crocetti Editore, 2020

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Φθινοπωρινό χρέος

Τό σπίτι μύρισε ϰιόλας φθινόπωρο. Κι εἴμαστε ἀνέτοιμοι πάλι,
χωρίς πουλόβερ ϰαί ϰασϰόλ. Ἀπρόσμενα σύννεφα
ἀπ’ τό πρωί σϰοτεινιάζουν τούς λόφους. Θά πρέπει νά βιαστοῦμε
νά ϰάνουμε τίποτα προμήθειες, γιατί ὅπου νά ’ναι ϰαταφτάνουν
οἱ φωναϰλάδες ἄνεμοι. Οἱ ἀτμοί τῆς ϰουζίνας
πιάνουν τήν πρώτη θέση στή σιωπή τῶν διαδρόμων. Ἕνα ἕνα
ϰλείνουνε τά παραθαλάσσια ϰέντρα. Στή βρεγμένη προϰυμαιία
ἄδεια ϰουτιά τσιγάρων, πλαστιϰά δοχεῖα, ἐφημερίδες
ϰι οἱ πεινασμένες ἀδέσποτες γάτες πού ϰοιτάζουν
τό ρολόι τοῦ τελωνείου δίχως δεῖχτες. Ξεχασμένες ἐρωτήσεις
τριζοβολοῦν ξανά σάν σϰουριασμένοι ἀνεμοδεῖχτες
πάνω σέ στέγες ἔρημων σπιτιῶν πού έρημων οἱ ἰδιοχτῆτες τους
πεθάναν ἀπό χρόνια φθισιϰοί χωρίς ν’ ἀφήσουν ϰληρονόμους.
Ὅμως ἐσύ, στό πεῖσμα τῆς βροχῆς ϰαί τῶν ἀνέμων, ἐπιμένεις
ϰάτι ν’ ἀφήσεις γιά τούς ἐπερχόμενους – δυό στίχους ἔστω,
γραμμένους μέ τό χέρι τῆς βροχῆς, πού δείχνουν τρέμοντας
πάντα ϰαί πάντα πρός τό μέρος τοῦ ἥλιου.

Γιάννης Ρίτσος

Καρλόβασι, 14.VIII.87

da “Το γυμνό δέντρο”, 1987, in “Ἀργά, πολύ ἀργά μέσα στή νύχτα”, Κέδρος, 1991

Piccola solitudine – Ghiannis Ritsos

Ghiannis Ritsos

 

In un angolo del cortile, tra la schiuma di sapone,
alcune rose si sono piegate sotto il peso del loro profumo.
Nessuno ha sentito l’odore di queste rose.

Nessuna solitudine è piccola.

Ghiannis Ritsos

(Traduzione di Nicola Crocetti)

(da Esercizi, 1955- 1956, in Poesie III, 1964)

da “Poeti greci del Novecento”, “I Meridiani” Mondadori, 2010

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Μιϰρή μοναξιά

Στή γωνιά τῆς αὐλῆς, μέσα στά σαπουνόνερα,
ϰάτι τριαντάφυλλα ϰαμπούριασαν ἀπ’ τό βάρος τῆς εὐωδιᾶς τους.
Κανένας δέ  μύρισε αὐτά τά τριαντάφυλλα.

Καμιά μοναξιά δέν εἶναι μιϰρή.

Γιάννης Ρίτσος

1955- 1956

da “Ποιήματα 1931-1960, τόμ. Γ’, 1964: “ Ἀσϰήσεις”

L’ultima estate – Ghiannis Ritsos

Ghiannis Ritsos

 

Dicono addio i colori dei tramonti. È tempo di preparare
le tre valigie – i libri, le carte, le camicie –
e non scordare quell’abito rosa che ti stava così bene
anche se non lo indosserai d’inverno. Io,
nei pochi giorni che ci restano, riguarderò
i versi scritti in luglio e agosto,
anche se temo di non aver aggiunto niente, semmai
di avere sottratto molto, giacché tra di essi traspare
l’oscuro sospetto che questa estate
con le sue cicale, i suoi alberi, il mare,
con i fischi delle navi nei tramonti gloriosi,
coi barcaioli sotto i balconi al chiar di luna
e con la sua misericordia ipocrita, sarà l’ultima.

Ghiannis Ritsos

Karlòvasi, 3.IX.89

(Traduzione di Nicola Crocetti)

(da Fischi di navi, 1989)

da “Molto tardi nella notte”, Crocetti Editore, 2020

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34. Τò τελευταĩο ϰαλοϰαίρι

Ἀποχαιρετιστήρια χρ ὡματα τῶν δειλινῶν. Καιρός νά ἑτοιμάσεις
τίς τρεĩς βαλίτσες – τά βιβλία, τά χαρτιά, τά πουϰάμισα –
ϰαί μήν ξεχάσεις ἐϰεĩνο τò ρόδινο φόρεμα πού τόσῦ σοῦ πήγαινε
παρ’ ὅτι τό χειμῶνα δέ θα τό φορέσεις. ’Εγὡ,
τίς λίγες μέρες πού μᾶς μένουν ἀϰόμη, θά ξαναϰοιτάξω
τούς στίχους που ἔγραψα Ἰούλιο ϰι Αὔγουστο
ἂν ϰαί φοβᾶμαι π ώς τίποτα δέν πρόσθεσα, μᾶλλον
π ώς ἔχω ἀφαιρέσει πολλά, ϰαθ ώς ἀνάμεσά τους διαφαίνεται
ἡ σϰοτεινή ὑποψία π ώς αὐτό τό ϰαλοϰαίρι
μέ τά τζιτζίϰια του, τά δέντρα του, τή θάλασσά του,
μέ τά σφυρίγματα τῶν πλοίων του στά ἔνδοξα λιογέρματα,
μέ τίς βαρϰάδες του στό φεγγαρόφωτο ϰάτω ἀπ’ τά μπαλϰονάϰια
ϰαί μέ τήν ὑποϰριτιϰή εὐσπλαχνία του, θά ’ναι τό τελευταῖο.

Γιάννης Ρίτσος

Καρλόβασι, 3.IX.89

da “Σφυρίγματα πλοίων”, 1989, in “Αργά, πολύ αργά μέσα στη νύχτα”, Κέδρος, 1991

 

Ogni anno, alla fine dell’estate, a Karlòvasi, Ritsos impacchettava le sue carte, avvolgeva i sassi che aveva disegnato e preparava le valigie per Atene. Pesanti sempre, il raccolto era buono. Così anche quell’estate dell’89, spossato, la vista indebolita, aveva lavorato ancora. Aveva scritto una serie di poesie intitolate Fischi di navi. Poesie che risentivano dello stesso clima delle precedenti. Anzi, dal manoscritto risulta che all’inizio le considerava una continuazione della raccolta Secondi, ma presto decise di separarle, di aggiungere il titolo e di numerarle rendendole indipendenti. Questo manoscritto deve essere una prima stesura, comunque certamente non quella definitiva – pieno com’è di cancellature, di correzioni e varianti. Come avveniva sempre, sarebbero seguite riscritture successive, con aggiunte e sottrazioni di intere poesie. Le cose sono andate diversamente. O forse, come aveva previsto il suo “oscuro sospetto”.
Dopo insistenti ricerche di quanti conoscevano l’esistenza di questa raccolta, i manoscritti sono stati trovati quando il presente volume era pronto per la stampa. Ma, se anche così non fosse stato, in quanto opera incompiuta, con problemi particolari, la raccolta non avrebbe trovato posto qui.
Nonostante ciò, abbiamo ritenuto opportuno chiudere questo volume con le parole della fine, “L’ultima estate”. Questa poesia di oscuri presagi e di tremenda lucidità; del suo così discreto congedo.
dalla Postfazione di Chrisa Prokopaki a «Ghiannis Ritsos, Molto tardi nella notte», Crocetti Editore, 2020

Segni – Ghiannis Ritsos

Foto di Herbert List

 

Se ne andranno a poco a poco i bei bagnanti. Sul mare
resteranno i grandi tramonti autunnali
e una barchetta triste. Noi
rinviamo ancora la pioggia, i venti infuriati,
rinviamo ancora l’inevitabile. (Quanto potrà durare?)
Foglie gialle si accumulano già sulle panchine del giardino.
In cima alla collina la chiesetta della Santa Trinità senza più liturgie
forse ricorda anche noi. Mentre in casa,
sparsi sul pavimento, restano i sandali estivi
e il grande asciugamano blu della piccola Persefone.

Ghiannis Ritsos

Karlòvasi, 16.VII.87

(Traduzione di Nicola Crocetti)

da “I negativi del silenzio”, 1987, in “Molto tardi nella notte”, Crocetti Editore, 2020

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Σήματα

Θά φύγουν λίγο λίγο οἱ ὡραῖοι κολυμβητές. Πάνω ἀπ τή Θάλασσα
θά μείνουν τά μεγάλα φθινοπωρινά λιογέρματα
καί μιά λυπημένη βαρκούλα. Ἐμεῖς
ἀναβάλλουμε ἀκόμη τή βροχή, τούς ὀργισμένους ἀνέμους,
ἀναβάλλουμε ἀκόμη τό ἀναπότρεπτο. (Πόσο θά κρατήσει;)

Κίτρινα φύλλα σωριάζονται κιόλας στά παγκάκια τοῦ κήπου.
Στήν κορυφή τοῦ λόφου ἀλειτούργητο  τό  ξωκλήσι τῆς  Ἁγίας Τριάδος
ἴσως θυμᾶται κι ἐμᾶς. Ἐνῶ μέσα στό σπίτι,
σκόρπια στό πάτωμα, μένουν τά θερινά σαντάλια
κι ἡ μεγάλη γαλάζια πετσέτα τῆς μικρῆς Πέρσεφόνης.

Γιάννης Ρίτσος

Καρλόβασι, 16.VII.87

da “Τά άρνητιϰα τñς σιωπñς”, 1987, in “Ἀργά, πολύ ἀργά μέσα στή νύχτα”, Κέδρος, 1991

 

Uomini e valigie – Ghiannis Ritsos

Herbert List, Untitled (Boats, Greece), 1937

 

Non lasciare l’asciugamano bagnato sul tavolo. Dobbiamo fare ordine.
Un altro mese e finisce anche quest’estate.
Com’è triste smobilitare di nuovo i costumi da bagno, gli occhiali da sole,
le camicie con le maniche corte, le scarpe bianche di tela, i sandali,
i colori dei tramonti sul mare sfavillante. Chiuderanno
i cinema all’aperto, si ammucchieranno le sedie sotto la tettoia,
si faranno meno frequenti gli orari delle navi. Le belle turiste
di sera nel loro Paese sfoglieranno le fotografie a colori
dei bagnanti, dei rematori, dei pescatori (non le nostre). Ecco, sul soppalco
le valigie chiuse aspettano già di sapere
quando partiremo di nuovo, dove ci troveremo, fino a quando. E tu sai
che dentro quelle valigie vuote e consunte
ci sono ancora alcuni sacchetti di plastica, pezzi di spago e nessuna bandiera.

Ghiannis Ritsos

Karlòvasi, 26.VII.87

(Traduzione di Nicola Crocetti)

da “I negativi del silenzio”, 1987, in “Molto tardi nella notte”, Crocetti Editore, 2020

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Ἄνθρωποι ϰαί βαλίτσες

Μ ἠν ἀφήνεις τή βρεγμένη πετσέτα στό τραπέζι. Πρέπει νά συμμαζευτοῦμε.
Κάνας μήνας ἀϰόμα ϰαί τελειώνει ϰι αὐτό τό ϰαλοϰαίρι.
Τί θλιβερά πού ἀποστρατεύονται πάλι τά μαγιό, τά γυαλιά τοῦ ἥλιου,
τά ϰοντομάνιϰα πουϰάμισα, τ’ ἄσπρα λινά παπούτσια, τά σαντάλια,
τά χρώματα τῶν δειλινῶν στή λάμπουσα θάλασσα. Θά ϰλείσουν
τά θερινά σινεμά, θά στοιβαχτοῦν στό ὑπόστεγο οἱ ϰαρέϰλες,
τά δρομολόγια τῶν πλοίων θ’ ἀραιώσουν. Οἱ ὡραῖες τουρίστριες
θά ξεφυλλίζουν τά βράδια στή χώρα τους τίς ἔγχρωμες φωτογραφίες
ϰολυμβητῶν, ϰωπηλατῶν, ᾡαράδων (ὄχι διϰές μας). Νά, ϰιόλας,
ἐπάνω στό πατάρι, ϰλειστές οἱ βαλίτσες περιμένουν
πότε θά φύγουμε πάλι, ποῦ θά βρεθοῦμε, ὥς πότε. Καί ξέρεις
πώς μέσα σ’ ἐϰεῖνες τίς φθαρμένες, ἄδειες βαλίτσες
μένουν ἀϰόμη ϰάτι νάιλον σαϰοῦλες, ϰάτι σπάγϰοι ϰαί ϰαθόλου σημαῖες.

Γιάννης Ρίτσος

Καρλόβασι, 26.VII.87

da “Τά άρνητιϰα τñς σιωπñς”, 1987, in “Ἀργά, πολύ ἀργά μέσα στή νύχτα”, Κέδρος, 1991