«Non si vedrà per tutto l’inverno» – Dario Bellezza

Fabrice Lamarche, The door

 

Non si vedrà per tutto l’inverno
il mio ragazzo venire dal lattaio
con la busta del latte da mezzo litro:
tutti penseranno che il radicato
nel mio cuore aspetta malato
che io arrivi con la busta in mano.

Non si vedrà per tutta la primavera
il suo ritorno; le lacrime invano
scivoleranno dalle mie guance:
tutti penseranno che mi ha lasciato
solo nella mia grande casa.

Non si vedrà per tutta l’estate
la sua abbronzatura cittadina,
ma al mare uguale ai più tranquilli
e solitari ragazzi lo immagineranno
silenziosamente disteso sulla sabbia.

Non si vedrà in autunno alcuno
bussare alla mia porta marroncina:
tutti mi guarderanno con tristezza
perché questa è la stagione dei morti.

Dario Bellezza

da “Invettive e licenze”, Garzanti, 1971

Per sempre – Dario Bellezza

Cristina Coral, Elsewhere, 2015

 

Eri una emozione per vivere,
per stridere durante il pasto
serale. Era emozionante ricevere
posta. La mattina in fretta
le scale scendevo e lì
trovavo le ingiurie tue
alla mortale natalità.

Accuse per andare avanti.
Ma dopo ti rendevi inquieta
al delitto del non detto
se non rispondevo per le rime.
O rima che dirti non sapevo
senza la fuga in avanti
di terzine squilibrate
sul dolce stil vecchio della
Musa canterina a presiedere
gli ozi di Sodoma. Dirti
che ero pieno di sonno
se l’immortalità era un pio
desiderio, lugubre sospiro
ti avrebbe annoiato.

Talvolta una stradina
mi risucchia indenne
dove non alberga strepito di auto;
allora sciolto dai tuoi lunghi
sensi camminare ti vedo per sempre.

Dario Bellezza

da “Serpenta”, “Lo Specchio” Mondadori, 1987

Congedo – Dario Bellezza

Foto di Imma Varandela

 

Pasolini Ginsberg Sandro Penna
e quanti altri mai ebbi maestri
Kavafis Leopardi Baudelaire
eccomi a voi ignaro e deluso
affondare il bisturi della poesia
sopra il mio corpo lasso:

tutto è perduto, il mondo lascio
indifferente ad altri, canto
una canzone per pochi eletti
che si raccolgono intorno
al mio pianto: ho sbancato

la vita fuggendo mi ha lasciato
qui desolato e incapace di
procedere; una volta
sapevo ancora combattere
con le armi della dialettica
una battaglia celestiale.
Spreco di aggettivi oggi mi basta
per rimanere fermo su un letto
fra tepore e consiglio di vittorie
future da combattersi mai:
la poesia persino fu liquidata
al suo congedo definitivo:
non resta che piangere un pianto
senza lacrime, ditelo al nemico.

Dario Bellezza

Tunìs 1988

da “Libro di poesia”, Garzanti, 1990

«Forse mi prende malinconia a letto» – Dario Bellezza

Portrait of James Dean by Roy Schatt, December 1954

 

Forse mi prende malinconia a letto
se ripenso alla mia vita tempesta e di
mattina alzandomi s’involano i vani
sogni e davanti alla zuppa di latte
annego i miei casi disperati.

Gli orli senza miele della tazza
screpolata ai quali mi attacco a bere
e nella gola scivola piano il mio
dolore che s’abbandona alle
immagini di ieri, quando tu c’eri.

Che peccato questa solitudine, questo
scrivere versi ascoltando il peccatore
cuore sempre nella stessa stanza

con due grandi finestre, un tavolo
e un lettino di scapolo in miseria.

E se l’orecchio poso al rumore solo
delle scale battute dal rimorso
sento la tua discesa corrosa
dalla speranza.

Dario Bellezza

da “Invettive e licenze”, Garzanti, 1971

A Pier Paolo Pasolini – Dario Bellezza

Foto di Dino Pedriali

 

M’aggiro fra ricatti e botte e licenzio
la mia anima mezza vuota e peccatrice
e la derelitta crocifissione mia sola
sa chi sono: spia e ricattatore
che odia i suoi simili. E non trovo
pace in questa sordida lotta
contro la mia rovina, il suo sfacelo.
Dio! Non attendo che la morte.
Ignoro il corso della Storia. So solo
la bestia che è in me e latra.

Dario Bellezza

da “Invettive e licenze”, Garzanti, 1971