Tubinga, Gennaio – Paul Celan

Paul Celan

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A cecità con-
vinti occhi.
Il loro − «enigma
è un’ origine pura»−, il loro
ricordo di
torri Hölderlin riflesse, tra
gabbiani sfreccianti.

Visite di marangoni affogati
con queste inabissanti
parole:

Venisse,
venisse un uomo,
venisse al mondo un uomo, oggi,
con la barba di luce che fu
dei patriarchi: potrebbe,
se parlasse di questo
tempo, solamente
bal- balbettare
conti-, conti-,
nuamente, mente.

(«Pallaksch. Pallaksch.»)

Paul Celan

(Traduzione di Giuseppe Bevilacqua)

da “La rosa di nessuno”, in “Paul Celan, Poesie”, “I Meridiani” Mondadori, 1998

∗∗∗

Tübingen, Jänner

Zur Blindheit über-
redete Augen.
Ihre – «ein
Rätsel ist Rein-
entsprungenes» –, ihre
Erinnerung an
schwimmende Hölderlintürme, möwen-
umschwirrt.

Besuche ertrunkener Schreiner bei
diesen
tauchenden Worten:

Käme,
käme ein Mensch,
käme ein Mensch zur Welt, heute, mit
dem Lichtbart der
Patriarchen: er dürfte,
spräch er von dieser
Zeit, er
dürfte
nur lallen und lallen,
immer-, immer-
zuzu.

(«Pallaksch. Pallaksch.»)

Paul Celan

da “Die Niemandsrose”, S. Fischer Verlag, 1963

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