Il tappeto volante – Piero Bigongiari

Dipinto di Nicolò Bambini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sono andato dicendo che non tutto
è perduto per trovare il coraggio
di non riconoscerlo.

Ma che cosa
si perde infine quando tutto, tutto
deve passare per la cruna in cui
il conosciuto si fa sconosciuto
mentre il filo diviene una trama,
il luogo un labirinto, e chi ama
ha lasciato fuori la tessitrice
e l’istrice cammina accanto al santo?

Il costrutto non può preventivare
il progetto, il frutto devi amarlo
quando brilla nell’aria inaspettato.
Se una durata diviene un tessuto,
su quel tappeto proverò a volare
come un mago orientale.

Ho camminato
anche troppo tra cose consuete.
Anche la sete forse non è più
quella che ti toglievi alla giumella
delle mani congiunte. So, la stella
non è quella che brilla in fondo al pozzo.
Occorre alzare gli occhi dall’abisso
occhiuto che ti guarda. Quale ciarla
il secolo ha proposto al proprio muto
interrogarsi! Fissa l’invisibile
parete se tu vuoi oltrepassarla.

Anche l’amore mostra il proprio refe
ma è diverso dal filo che un’Arianna
ti porse. Il labirinto fu tessuto
da chi ne volò via con poca cera
e poche penne. Ne sei tu l’intrico
da lasciare se lasci anche te stesso
e ti trovi sulla riva del mare
dove lo sconosciuto sta arrivando:
è l’altro in te, sei tu nell’altro: è
il tarlo che ha finito di bucare
la caverna. Lascia la luce ondare
sull’onda. Sii la luce, non la sponda.
Pósati dove essa sottrae all’ombra
quell’infinito dire altro del mare,
l’infinito confondersi in se stesso
dell’altro mentre appare, onda di sguardo
che scompare nel tuo stesso ritardo.

Làsciati andare a chi non ti trattiene.
Il discorso si spezza a mezzo, il
singhiozzo è ora quello del gabbiano.
(A Dover il suo pianto era quasi
umano nella notte che passai
cosmica a un passo dalle sue scogliere).
La mano struscia sulla roccia calda
la volontà che aveva di indicare
nel silenzio l’aprirsi della valva
e il suo chiudersi, quel suo respirare
di mitilo nella luce dell’alba.

Piero Bigongiari

(7 febbraio – 3 dicembre 1990)

da “La legge e la leggenda” (1986-1991), “Saggi e testi” Mondadori, 1992

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