
Foto di Walter Valentini
I violini sotto i balconi del ghetto
acutamente ti chiamano, cuciono
ai tuoi piedi un damasco dogale:
tu da una fiaba mi lanci una rosa.
Gessica, ma le palme della sera
l’ingenua fronte bendarti
non senti ancora, e dai canali immensa
un’aquila di nuvole levarsi?
Addio, Gessica, addio, viso perduto:
già remota, con gesti di sonno
navighi un fiume d’aria
fra uno sterminio docile di fiori.
Gesualdo Bufalino
da “La festa breve”, in “Gesualdo Bufalino, Opere: 1 [1981, 1988]”, Bompiani, 2006
