
Milo De Angelis, foto di Viviana Nicodemo
Strane avventure terrestri finiscono di colpo: erano apparse
in un’aula del liceo Manzoni, stupivano il nostro tempo
che guardava ammirato quel ragazzo senza parole
e lui chinava la testa, chinava il rettangolo nero e pesante
dei suoi occhiali su una severa grisaglia, con quella penna
sempre in mano e traduceva traduceva traduceva,
portava su questa terra suoni antichi e perduti, ci svelava
un mondo di scudi e leoni di pietra, quando a fine agosto
Leonida combatté con l’infinito
e poco dopo, a Platea, l’universo tremò di paura.
Gianni era quel tremore. Ed era
l’unico amico della mia vita e un mattino
gli chiesi di venire con me al Giuriati per correre insieme
e lui sorrise di luce aperta ma rispose non posso
e poi parlò di Filippide e del suo annuncio meraviglioso
con un lampo negli occhi e poi fino all’ultimo giorno
nella stanza più remota dei folli non disse più niente.
Gloriose avventure terrestri finiscono in silenzio:
erano apparse.
Milo De Angelis
da “Linea intera, linea spezzata”, “Lo Specchio” Mondadori, 2021
