Senza un’immagine – Cees Nooteboom

Gérard Laurenceau, Marine d’Albo, 2006

 

Senza un’immagine appare una poesia,
forma che ancora deve generarsi
dal territorio delle parole,
ereditata da chi non ho mai conosciuto.

Linguaggio, levigato nei sogni, sui pulpiti,
impastato nei letti, in camere solitarie,
da usarsi in vita e in morte, arma
nella lotta contro il caso, astuzia
del destino.

Chi eravamo, il nostro cammino
attraverso l’enigma
sta scritto nelle parole,
scrittura come figlia della lingua,
sussurro, lamento, il midollo
dei pensieri,

testamento di un’emozione
svanita, suono di decreti per il futuro
quando la folla si disperderà
dirigendosi alla sua muta
casa.

Cees Nooteboom

(Traduzione di Fulvio Ferrari)

da “Luce ovunque (2012- 1964)”, Einaudi, Torino, 2016

∗∗∗

Zonder beeld

Zonder beeld verschijnt een gedicht,
vorm die nog moet ontstaan
uit het domein van de woorden,
geërfd van wie ik nooit kende.

Taal, geslepen in dromen, op kansels,
gekneed in bedden, eenzame kamers,
te gebruiken bij leven en dood, wapen
in de strijd tegen het toeval, de list
van het lot.

Wie we waren, onze gang
door het raadsel,
het staat in woorden geschreven,
schrift als een dochter van spreken,
gefluister, gejammer, de merg
van gedachten,

testament van verdwenen
ontroering, toon van decreten voor later
als de menigte weg raakt,
vertrokken naar haar sprakeloos
huis.

Cees Nooteboom

da “Licht overal: gedichten”, Amsterdam: De Bezige Bij, 2014

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