Gli infimi crepuscoli – Laureano Albán

Nicola Bertellotti, Embrace

 

Amo le cose che consumate brillano
come se i crepuscoli fossero
fermi in esse ardendo per sempre.

I bordi delle sedie raffinati
dalla devozione chiara delle dita.
I bicchieri trasparenti per servire
sorgenti distanti.
I selciati sottomessi all’ombra.
Le vesti sfilate dall’aria.

Amo la loro affaticata servitù
di diamante appagato,
la sommessa passione dei loro silenzi.

Amo la loro anima d’autunno che fu alta
e condivise gli occhi del miracolo.

Il loro modo di darci l’oblio,
senza pianto né violenza,
come una saggia prossimità che splende,
come la mano dell’amore senza nessuno.

Amo i libri vecchi
manipolati dalla luce,
i ciottoli che stanno nella mano
dove ardono paesaggi lontanissimi.

Perché va verso l’addio la loro lenta musica,
si abbracciano all’ombra senza gemere,
tacendo come il fuoco scordato delle lampade
che restano sole al giungere dell’alba.

Laureano Albán

(Traduzione di Tomaso Pieragnolo)

da “Gli infimi crepuscoli e altre poesie”, Via del Vento Edizioni, 2010

∗∗∗

Los ínfimos crepúsculos

a Conchita y Rafael Morales

Amo las cosas que gastadas brillan
como si los crepúsculos se hubieran
quedado en ellas para siempre ardiendo.

Los bordes de las sillas afinados
por la devoción clara de los dedos.
Los vasos transparentes de servir
manantiales destantes.
Los pisos sometidos a la sombra.
Los trajes deshilados por el aire.

Amo su fatigada servidumbre
de diamante apagado,
la sumisa pasión de sus silencios.

Amo su alma de otoño que fue alta
y compartió los ojos del milagro.

Su manera de darnos el olvido,
sin llanto ni violencia,
como una sabia cercanía brillando,
como la mano del amor sin nadie.

Amo los libros viejos
manoseados por la luz,
los guijarros que caben en la mano
donde brillan paisajes lejanísimos.

Porque va hacia el adiós su lenta música
se abrazan a la sombra sin gemir,
callando como el fuego olvidado de las lámparas
que quedan solas al llegar el alba.

Laureano Albán

Madrid, enero, 1979

da “Herencia del otoño”, Ediciones Rialp, 1981

3 commenti su “Gli infimi crepuscoli – Laureano Albán

  1. michela cogiandro ha detto:

    Amo le cose che si animano nel tempo e si riempiono del tono di chi le usa e ne riportano i segni, delle dita, delle mani e persino degli occhi. Se ascolti ne hanno anche la voce. Puoi capire attraverso “loro” se chi le ha usate era dolce o impetuoso, vile o coraggioso, sereno o immorale. Perchè “le cose” hanno la loro stessa anima.

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