Rubai – Nazim Hikmet

Foto di Tina Fersino

 

È l’alba. S’illumina il mondo
come l’acqua che lascia cadere sul fondo

le sue impurità. E sei tu, all’improvviso
tu, mio amore, nel chiarore infinito
di fronte a me.
 
Giorno d’inverno, senza macchia, trasparente
come vetro. Addentare la polpa candida e sana
d’un frutto. Amarti, mia rosa, somiglia
all’aspirare l’aria in un bosco di pini.

Chi sa, forse non ci ameremmo tanto
se le nostre anime non si vedessero da lontano
non saremmo così vicini, chi sa,
se la sorte non ci avesse divisi.
 
È così, mio usignolo, tra te e me
c’è solo una differenza di grado:
tu hai le ali e non puoi volare
io ho le mani e non posso pensare.
 
Finito, dirà un giorno madre Natura
finito di ridere e di piangere
e sarà ancora la vita immensa
che non vede non parla non pensa.
 
Nazim Hikmet

Istambul, 1933

(Traduzione di Joyce Lussu)

daNazim Hikmet, Poesie d’amore”, “Lo Specchio” Mondadori, 1963

Componimento poetico secondo la metrica tradizionale arabo-persiana.

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