
Foto di Kyle Thompson
La città vive in me come un poema
che non m’è riuscito di fissare in parole.
Da un lato v’è la eccezione di alcuni versi;
dall’altro, accantonandoli,
la vita precorre il tempo,
come terrore
che usurpa tutta l’anima.
Ci son sempre altri crepuscoli, altra gloria;
io provo il logorarsi dello specchio
che non si placa in una sola immagine.
A che questa ostinazione
di configgere con pena un chiaro verso
eretto come lancia sopra il tempo,
se la mia strada, la mia dimora,
spezzatrici di simboli verbali,
mi grideranno domani la loro novità?
Nuove
come bocca non baciata.
Jorge Luis Borges
(Traduzione di Umberto Cianciòlo)
da “Fervor de Buenos Aires” (1923), in “J. L. Borges, Carme presunto e altre poesie”, Einaudi, Torino, 1975
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Vanilocuencia
La ciudad está en mí como un poema
que no he logrado detener en palabras.
A un lado hay la excepción de algunos versos;
al otro, arrinconándolos,
la vida se adelanta sobre el tiempo,
como terror
que usurpa toda el alma.
Siempre hay otros ocasos, otra gloria;
yo siento la fatiga del espejo
que no descansa en una imagen sola.
¿Para qué esta porfía
de clavar con dolor un claro verso
de pie como una lanza sobre el tiempo
si mi calle, mi casa,
desdeñosas de plácemes verbales,
me gritarán su novedad mañana?
Nuevas
como una boca no besada.
Jorge Luis Borges
da “Poemas (1923.1958)”, Emecé Editores, S. A., Buenos Aires, 1958
e chi non prova quest’illusione, in un certo senso come dorian gray, che crede sia sempre l’altro a logorarsi in un dipinto, in una fotografia, oggi anche in televisione, da/per sempre nello specchio
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In Borges c’è sempre questa ansia di riunire nel verso, nel libro, il mondo intero senza riuscire. Ci sono sempre immagini, come El libro de arena, il libro dei libri che li riunisce tutti. E al tempo stesso l’incapacità o ,meglio, l’impossibilità di chiudere tutto nelle estremità di un poema o di un racconto. Come in La luna, dove Borges parla di un uomo che ha cercato di racchiudere l’universo in un libro e, alla fine si accorge di essersi scordato della luna. C’è il tempo, la perdita di ciò che non conosceremo mai, che sfugge come la sabbia.
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