L’addio – Nazim Hikmet

Foto di Alfred Eisenstaedt

 

L’uomo dice alla donna
      t’amo
e come:
    come se stringessi tra le palme
    il mio cuore, simile a scheggia di vetro
    che m’insanguina i diti
        quando lo spezzo
            follemente.

L’uomo dice alla donna
         t’amo
e come:
    con la profondità dei chilometri
    con l’immensità dei chilometri
cento per cento
    mille per cento
         cento volte l’infinitamente cento.

La donna dice all’uomo
ho guardato
      con le mie labbra
         con la mia testa col mio cuore
con amore con terrore, curvandomi
sulle tue labbra
    sul tuo cuore
         sulla tua testa.
E quello che dico adesso
l’ho imparato da te
come un mormorio nelle tenebre
e oggi so
   che la terra
       come una madre
           dal viso di sole
allatta la sua creatura più bella.
         Ma che fare?
I miei capelli sono impigliati ai diti di ciò che muore
non posso strapparne la testa
devi partire
     guardando gli occhi del nuovo nato
          devi abbandonarmi.
La donna ha taciuto
si sono baciati
un libro è caduto sul pavimento
una finestra si è chiusa.

     È così che si sono lasciati.

Nazim Hikmet

(Traduzione di Joyce Lussu)

da “Fuori del carcere”, Istambul, 1951

daNazim Hikmet, Poesie d’amore”, “Lo Specchio” Mondadori, 1963

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.