Mattino – Cesare Pavese

Édouard Boubat, Lella, France, 1949

 

La finestra socchiusa contiene un volto
sopra il campo del mare. I capelli vaghi
accompagnano il tenero ritmo del mare.

Non ci sono ricordi su questo viso.
Solo un’ombra fuggevole, come di nube.
L’ombra è umida e dolce come la sabbia
di una cavità intatta, sotto il crepuscolo.
Non ci sono ricordi. Solo un sussurro
che è la voce del mare fatta ricordo.

Nel crepuscolo l’acqua molle dell’alba
che s’imbeve di luce, rischiara il viso.
Ogni giorno è un miracolo senza tempo,
sotto il sole: una luce salsa l’impregna
e un sapore di frutto marino vivo.

Non esiste ricordo su questo viso.
Non esiste parola che lo contenga
o accomuni alle cose passate. Ieri,
dalla breve finestra è svanito come
svanirà tra un istante, senza tristezza
né parole umane, sul campo del mare.

Cesare Pavese

[9-18 agosto 1940]

da “Le poesie aggiunte”, in “Lavorare stanca”, Einaudi, Torino, 1998

Un commento su “Mattino – Cesare Pavese

  1. Avatar di Domenico Aliperto Domenico Aliperto ha detto:

    anche le sonorità sono meravigliose…

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