
L’acqua che non ha cielo
dal freddo in cui si stringe
ricolta sempre al velo
della riva che finge,
l’erba che non trattiene
il vento che la sfiora
e di se stessa sviene
fuggendo e trascolora,
ricordano la sera
nell’aria che si sfoglia
dai rami e la leggera
speranza alla sua spoglia.
Nel gracile filare,
e tenui dall’oriente,
s’indorano le rare
immagini del vento.
Alfonso Gatto
da “La memoria felice, 1937-1939”, in “Poesie, 1929-1941”, Mondadori, Milano, 1961
