
Foto di Katia Chausheva
Ti perdo per trovarti, costellato
di passi morti ti cammino accanto
rabbrividendo se il tuo fianco vacuo
nella notte ti finge un po’ di rosa.
Quali muri mutevoli, tu sposa
notturna, quale spazio abbandonato
arretri al niveo piede, al collo armato
del silenzio dei cerei paradisi
che in festoni di rose s’allontanano?
Eco in un’eco, mi ricordo il verde
tenero d’uno sguardo che dicevi
doloroso, posato non sai dove
di te, scoccato dentro il misterioso
pianto ch’era il tuo riso. Oh, non io oso
fermarti! non i muri che dissipano
di bocci fatui un’ora inghirlandata.
Odi il tempo precipita: stellata,
non so, ma pure sola Arianna muove
dalla sua fedeltà mortale verso
dove il passo ritrova l’altra danza.
Piero Bigongiari
da “La figlia di Babilonia”, 1942, in “Stato di cose”, “Lo Specchio” Mondadori, 1968
L’ha ribloggato su Alessandria today.
"Mi piace"Piace a 1 persona