
Josef Sudek, The Forgotten Staircase, from the series “Remembrances”, 1950
1.
Noi siamo tra,
noi siamo dove,
si aprono lettere casuali
si indirizzano saluti
vaghi buoni per tutti
auguri, noi sopiti sempre
sotto passi smaniosi
di prima o di dopo.
Inciampa la vecchiaia
e scarta l’infanzia
perde la pelle
semina date di sangue
e incensurati secoli
di attimi senza sapore.
Noi siamo l’incisione
tra spazio e tempo
taglio netto e profondo
dormiamo cosí
calpestati da chi sale
e chi scende bare
e culle mattine e notti
feroci e opache,
i testimoni delle scale:
gocciola in silenzio
su di noi
la paura dei passaggi.
2.
Grigia pietra
non ricorda la montagna
ma la brezza delle suole,
vedi non si sosta
e non c’è che sonno contratto
e visitato dai fantasmi
dei loro sogni d’oro loro
i discesisti gli scalatori
imperiosi
sonnambuli sul filo
tra morte e morte.
E sapone
e spazzola.
3.
Siamo pioggia di muri
note cadute a terra
siamo semi di spazi
siamo e non siamo,
fratelli terrestri
di custodi di piú invisibili
soglie. Custodiamo
passi senza sosta senza
gratitudine, siamo spalle
di allegri trapezisti
senza slancio,
guarda noi
dormiamo.
Sono le nostre spalle
il miglior punto
d’appoggio
per sognare il mondo
senza segni
la visione quieta.
Chandra Livia Candiani
da “Fatti vivo”, 2006-2016, Einaudi, Torino, 2017
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