
Andrew Wyeth, Afternoon flight, 1976
Uno diceva: io sono prevenuto contro me stesso fin dalla nascita
Friedrich Nietzsche
Mia debolezza, debolezza mia,
ma che devo fare con te?
Ho cinquant’anni e tremo quando tuona,
e sbaglio ancora posto
come quando sbagliai banco all’asilo.
Ho un corpo trapunto da graffe,
il sonno come un campo di macerie,
la forza che si sbriciola, la memoria in frantumi,
e in questo Grande Sfascio, l’unica cosa intatta resti tu,
mia ferita, mio Graal, codice a barre
di un estraneo che è leso, che è fallato,
costretto a essere me.
Mia debolezza, talpa del nemico,
creaturina indifesa che mi rendi indifeso,
il solo, vero premio della morte
sarà saperti morta insieme a me,
mio motore,
mio orrore,
mia consustanziale sconfitta.
Valerio Magrelli
da “Il sangue amaro”, Einaudi, Torino, 2014
L’ha ribloggato su SESTOSENSOPOESIA feliceserino's blog.
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L’ha ribloggato su marcellocomitinie ha commentato:
Con un po’ d’allegria…
Ma non si sfugge ugualmente.
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mi piace perchè anche i più forti si scoprono deboli ciao Marcello un grande complimento al poeta
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