
Emma Barton, The Soul of the Rose, c. 1905
3.
Se, sconoscenti, in voi l’oblio si accresce
d’ogni amicizia; se spregiate i vostri
santi Poeti, — vi perdoni Iddio!
Ma venerate l’anima, sol essa,
degli Amanti, divina!
Perché, ditemi voi, qual altra ancóra
sussiste umana dignità, nei giorni
in cui tutti a servir costringe, iniquo,
un affanno servile? E il Dio trascorre
da gran tempo, per ciò, sui nostri capi,
imperturbato.
Ma come ognora senza canti, gelido,
nell’inverno, prefisso, è triste il mondo:
e, tuttavia, dai bianchi prati, verdi
germoglian steli; e un solitario uccello
leva gorgheggi, non appena il bosco
a poco a poco si distende; e il fiume,
ecco, si muove; e una piú mite brezza
torna a spirare allo scoccar beato
di primavera,
un annunzio cosí di quel migliore
Tempo felice, in cui fidiamo, cresce
perfetto in sé, nobile e santo, fuori
dai ceppi duri delle bronzee glebe.
Cresce l’Amore. E lo creava solo,
paternamente, Iddio.
Benedetta sii tu, pianta divina!
Ch’io ti coltivi col mio canto, mentre
del nettare celeste i forti succhi
ti van nutrendo, e ti matura il raggio
creatore di Dio! Cresci, e divieni
foresta immensa: un piú fervido mondo,
tutto sbocciato di fiorenti gemme.
E tu, linguaggio degli Amanti, sii,
di questa terra, la favella! E l’anima
di quei Beati entro le genti irrompa,
per divenirne il canto!
Friedrich Hölderlin
(Traduzione di Vincenzo Errante)
da “Liriche per Diotíma lontana”, in “Vincenzo Errante, La lirica di Hoelderlin”, Vol. I, Riduzione in versi italiani, Sansoni, 1943
***
Die Liebe
Wenn ihr Freunde vergeßt, wenn ihr die Euern all,
O ihr Dankbaren, sie, euere Dichter schmäht,
Gott vergeb’ es, doch ehret
Nur die Seele der Liebenden.
Denn o saget, wo lebt menschliches Leben sonst,
Da die knechtische jezt alles, die Sorge zwingt?
Darum wandelt der Gott auch
Sorglos über dem Haupt uns längst.
Doch, wie immer das Jahr kalt und gesanglos ist
Zur beschiedenen Zeit, aber aus weißem Feld
Grüne Halme doch sprossen,
Oft ein einsamer Vogel singt,
Wenn sich mälig der Wald dehnet, der Strom sich regt,
Schon die mildere Luft leise von Mittag weht
Zur erlesenen Stunde,
So ein Zeichen der schönern Zeit,
Die wir glauben, erwächst einziggenügsam noch,
Einzig edel und fromm über dem ehernen,
Wilden Boden die Liebe,
Gottes Tochter, von ihm allein.
Sei geseegnet, o sei, himmlische Pflanze, mir
Mit Gesange gepflegt, wenn des ätherischen
Nektars Kräfte dich nähren,
Und der schöpfrische Stral dich reift.
Wachs und werde zum Wald! eine beseeltere,
Vollentblühende Welt! Sprache der Liebenden
Sei die Sprache des Landes,
Ihre Seele der Laut des Volks!
Friedrich Hölderlin
da “Sämmtliche Werke”, Stuttgart: J.G. Cotta’scher Verlag, 1846

Ti dirò, la traduzione un po’ arcaica di Erranti restituisce, tuttavia le sonorità originali di un dire romantico tardo e fremente…come l’amore si innervi nell’espansione dell’io verso la natura ce lo mostra appieno questo componimento. Grazie.
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