
Foto di Josef Sudek
Vola alta, parola, cresci in profondità,
tocca nadir e zenith della tua significazione,
giacché talvolta lo puoi – sogno che la cosa esclami
nel buio della mente –
però non separarti
da me, non arrivare,
ti prego, a quel celestiale appuntamento
da sola, senza il caldo di me
o almeno il mio ricordo, sii
luce, non disabitata trasparenza…
La cosa e la sua anima? o la mia e la sua sofferenza?
Mario Luzi
da “Tutto perso, tutto parificato?”, in “Per il battesimo dei nostri frammenti”, 1978-1984, Garzanti, 1985