Aprile-amore – Mario Luzi

 

Il pensiero della morte m’accompagna
tra i due muri di questa via che sale
e pena lungo i suoi tornanti. Il freddo
di primavera irrita i colori,
stranisce l’erba, il glicine, fa aspra
la selce; sotto cappe ed impermeabili
punge le mani secche, mette un brivido.

Tempo che soffre e fa soffrire, tempo
che in un turbine chiaro porta fiori
misti a crudeli apparizioni, e ognuna
mentre ti chiedi che cos’è sparisce
rapida nella polvere e nel vento.

Il cammino è per luoghi noti
se non che fatti irreali
prefigurano l’esilio e la morte.
Tu che sei, io che sono divenuto
che m’aggiro in così ventoso spazio,
uomo dietro una traccia fine e debole!

È incredibile ch’io ti cerchi in questo
o in altro luogo della terra dove
è molto se possiamo riconoscerci.
Ma è ancora un’età, la mia,
che s’aspetta dagli altri
quello che è in noi oppure non esiste.
L’amore aiuta a vivere, a durare,
l’amore annulla e dà principio. E quando
chi soffre o langue spera, se anche spera,
che un soccorso s’annunci di lontano,
è in lui, un soffio basta a suscitarlo.
Questo ho imparato e dimenticato mille volte,
ora da te mi torna fatto chiaro,
ora prende vivezza e verità.

La mia pena è durare oltre questo attimo.

Mario Luzi

da “Primizie del deserto”, Schwarz, 1952

Vent’anni – Mario Luzi

Foto di Paul Apal’kin

 

Perdono pe’ nostri dolci peccati
Per avere spesso guardato
Teneramente dissiparsi il giorno
Dall’ombra e il silenzio dei casini
Sognando di andare con una fanciulla
Senza seni lungo l’Arno rosa
E la voglia di piangere racchiusa
Nel cuore come un’onda preziosa.

Perdono per esserci creduti forti
Più della morte quando passavano
I carri e i funerali per le strade
Odorate di cipria e di fiori
E volevamo portare a casa cantando
L’immagine dei baci, la voglia
Di stringer l’età amara che non fugga,
D’entrare nelle chiese che non han più soglia.

Mario Luzi

da “Poesie ritrovate”, Garzanti, 2003

A mezzacosta – Mario Luzi

Mario Luzi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dapprima si sale lentamente.
Dopo la strada infila ad uno ad uno
paesi che solo a nominarli il sangue s’agghiaccia.
Luoghi uno accanto all’altro
dove il pensiero soverchiato
si fissa in un’idea di morte.
                                                  Ora
meno che altrove ce n’è traccia; e ai segni
di speranza risorta si stupisce,
si pensa che intorno a questo ramo
fiorito ci sia aria di miracolo.

Ma non ci fu miracolo. Miracolo
fu l’ordinato evolversi dei fatti
l’uno dall’altro a questo fine. Colpi
a vuoto, colpi dati all’impazzata
non c’erano, miravano nel segno
se pure era difficile comprendere.

Mi lascio dietro questa gente nuova,
sorpasso queste case ancora fresche;
e non è che abbia messo il cuore in pace,
rivango lutti vecchi di venti anni
non meno, piú difficili a portare
nella luce di questa chiara regola.

Mario Luzi

da “Dal fondo delle campagne”, Einaudi, Torino, 1965

Non so come – Mario Luzi

Emil Otto Hoppé, Seated Woman in Profile, 1928

 

Nella nebbia di quella che tu fosti
dentro cieli improvvisi alta, friabile,
coronata di piogge, unta di lacrime,
risonante di echi, non so come…

Nel chiarore di quella che sei oggi,
o equanime, o discosta, non so come
le passioni desistono, precipita
il vento della mia vita in un turbine.

Mario Luzi

1941

da “Un brindisi”, Sansoni, Firenze, 1946

«Rimani dove sei, ti prego» – Mario Luzi

Leonid Osipovich Pasternak, Portrait of E. Levina, 1916

 

Rimani dove sei, ti prego,
                        così come ti vedo.
Non ritirarti da quella tua immagine,
non involarti ai fermi
lineamenti che ti ho dato
io, solo per obbedienza.
Non lasciare deserti i miei giardini
d’azzurro, di turchese,
            d’oro, di variopinte lacche
dove ti sei insediata
                                   e offerta alla pittura
                                   e all’adorazione,
non farne una derelitta plaga,
              primavera da cui manchi,
mancando così l’anima,
il fuoco, lo spirito del mondo.
Non fare che la mia opera
ricada su se medesima,
                                   diventi vaniloquio, colpa.

Mario Luzi

da “Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini”, Garzanti, 1994