Situazione – Vittorio Sereni

Vittorio Sereni

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La forza del luogo comune,
dolorosa.
Lo zampillo della pompa nell’erba
sospiro inavvertito.
Il giardino all’imbrunire.
Seggiole in tondo, sdrai.
Sguardi noti s’incrociano: uno solo evasivo.
Generalmente calmi.

Sul rovescio del luogo comune
le campane del vespero. Inascoltate.
Da secoli e secoli a quest’ora
una spoglia ancora calda
di sangue e senso.
E attorno le rondini a migliaia.

Sono io tutto questo, il luogo
comune e il suo rovescio
sotto la volta che più e più s’imbruna.
Ma non può nulla contro un solo sguardo
di altri, sicuro di sé che si accende
dello sguardo mio stesso
contro gli occhi colpevoli
contro i passi furtivi che ti portano via.

Vittorio Sereni

da “Gli strumenti umani”, Einaudi, Torino, 1965

In salita – Vittorio Sereni

Vittorio Sereni

 

 

 

 

 

 

 

 

 

«Insomma l’esistenza non esiste»
(l’altro: «leggi certi poeti,
ti diranno
che inesistendo esiste»).
Scollinava quel buffo dialogo più giù
di un viottolo o due
alla volta del mare.
Fanno di questi discorsi
nell’ora che canicola di brutto
i ragazzi Cioè? – mi dicevo
scarpinando per quelle petraie –.
Proprio non ha senso
se non per certi trapassanti amari
quando si stampano per sempre in loro
interi pezzi di natura
gelandosi nelle pupille.
                                            Ma ero
io il trapassante, ero io,
perplesso non propriamente amaro.

Vittorio Sereni

da “Stella variabile”, Garzanti, 1981

Giardini – Vittorio Sereni

Foto di Luigi H. Perfetti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ombra verde ombra, verde-umida e viva.
Per dove negli anni delira
di vividi anni mai avuti un tulipano o una rosa.

Vittorio Sereni

da “Gli strumenti umani”, Einaudi, Torino, 1965

La spiaggia – Vittorio Sereni

Gérard Laurenceau, Le Tréport, 2007

 

Sono andati via tutti –
blaterava la voce dentro il ricevitore.
E poi, saputa: – Non torneranno piú –.

Ma oggi
su questo tratto di spiaggia mai prima visitato
quelle toppe solari… Segnali
di loro che partiti non erano affatto?
E zitti quelli al tuo voltarti, come niente fosse.

I morti non è quel che di giorno
in giorno va sprecato, ma quelle
toppe d’inesistenza, calce o cenere
pronte a farsi movimento e luce.
                                                             Non
dubitare, – m’investe della sua forza il mare –
parleranno.

Vittorio Sereni

da “Gli strumenti umani”, Einaudi, Torino, 1965

«Non sa più nulla, è alto sulle ali» – Vittorio Sereni

Vittorio Sereni

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non sa più nulla, è alto sulle ali
il primo caduto bocconi sulla spiaggia normanna.
Per questo qualcuno stanotte 
mi toccava la spalla mormorando
di pregar per l’Europa
mentre la nuova Armada
si presentava alla costa di Francia.

Ho risposto nel sonno: – È il vento,
il vento che fa musiche bizzarre.
Ma se tu fossi davvero
il primo caduto bocconi sulla spiaggia normanna
prega tu se lo puoi, io sono morto
alla guerra e alla pace.
Questa è la musica ora:
delle tende che sbattono sui pali.
Non è musica d’angeli, è la mia
solo musica e mi basta -.

Vittorio Sereni

da “Diario d’Algeria”, Einaudi, Torino, 1998