Canto selvaggio – Antonia Pozzi

Foto di Jennifer Hudson

 

Ho gridato di gioia, nel tramonto.
Cercavo i ciclamini fra i rovai:
ero salita ai piedi di una roccia
gonfia e rugosa, rotta di cespugli.
Sul prato crivellato di macigni,
sul capo biondo delle margherite,
sui miei capelli, sul mio collo nudo,
dal cielo alto si sfaldava il vento.
Ho gridato di gioia, nel discendere.
Ho adorato la forza irta e selvaggia
che fa le mie ginocchia avide al balzo;
la forza ignota e vergine, che tende
me come un arco nella corsa certa.
Tutta la via sapeva di ciclami;
i prati illanguidivano nell’ombra,
frementi ancora di carezze d’oro.
Lontano, in un triangolo di verde,
il sole s’attardava. Avrei voluto
scattare, in uno slancio, a quella luce;
e sdraiarmi nel sole, e denudarmi,
perché il morente dio s’abbeverasse
del mio sangue. Poi restare, a notte,
stesa nel prato, con le vene vuote:
le stelle − a lapidare imbestialite
la mia carne disseccata, morta.

Antonia Pozzi

Pasturo, 17 luglio 1929

da “Parole: diario di poesia”, “Lo Specchio” Mondadori, 1964

Gioia – Antonia Pozzi

Foto di Hengki Koentjoro

 

Lo splendore del sole
ti abbacinava ieri
dolendo
come la piaga
nelle pupille del cieco.
Ma oggi
lo splendore del sole
non è abbastanza lucente
per la lucentezza tua:
nell’infinito mondo non c’è
che questo tuo splendore

vero.

Antonia Pozzi

6 marzo 1932

da “Parole: diario di poesia”, “Lo Specchio” Mondadori, 1964

Meriggio – Antonia Pozzi

Foto di Jennifer B Hudson

a L.B.

In questa doratura di sole
io sono
una gemma pelosa
legata crudelmente con un filo di refe
perché non possa sbocciare
a bagnarsi di luce.
Accanto a me tu sei
una freschezza riposante d’erba
in cui vorrei affondare
perdutamente
per sfrangiarmi anch’io
in un ebbro ciuffo di verde –
per gettare in radici sottili
il mio piú acuto spasimo
ed immedesimarmi con la terra.

Antonia Pozzi

Milano, 19 aprile 1929

da “Parole: diario di poesia”, “Lo Specchio” Mondadori, 1964

Ricongiungimento – Antonia Pozzi

Eugène Boudin, Nuages blancs, ciel blu, Honfleur, vers 1859

 

Se io capissi
quel che vuole dire
− non vederti piú −
credo che la mia vita
qui − finirebbe.

Ma per me la terra
è soltanto la zolla che calpesto
e l’altra
che calpesti tu:
il resto
è aria
in cui − zattere sciolte − navighiamo
a incontrarci.

Nel cielo limpido infatti
sorgono a volte piccole nubi
fili di lana
o piume − distanti −
e chi guarda di lí a pochi istanti
vede una nuvola sola
che si allontana.

Antonia Pozzi

17 settembre 1933

da “La vita sognata”, in “Antonia Pozzi, Poesia che mi guardi”, Luca Sossella Editore, 2010

Errori – Antonia Pozzi

Irene Kung

 

Fiocca la neve leggiadramente
sui cesti delle fioraie: imbianca
le giunchiglie e le viole,
le fresie magre, venute
dai paesi del sole.
A guardarle si pensa
dei tanti destini errati
che dolgono
per le vie della terra
ed un furore nostalgico serra
per le vie d’oro dell’anima
a cui neve non giunge.

Antonia Pozzi

Milano, 2 marzo 1932

da “Antonia Pozzi, Parole”, Garzanti, 1989