Prima che venga impedita – Antonio Porta

Jaromír Funke, Composition (Bottle shadows), 1927

 

Ogni gesto è infinito
quando uno è solo in una stanza
rallentato quasi allo zero
anche solo stappare una bottiglia
osservare un bicchiere vuoto
alzarsi per nascondere l’orologio
(un suono spalanca il silenzio
dichiara il tempo abolito).

Se non fosse possibile dirlo più
e le dita si arrestassero vuote, sorde ai comandi
allora subito un veleno, un passaggio

certo, prima che una sola
parola mi venga impedita.

Antonio Porta

10.6.1983

da “Andate, mie parole”, in “Invasioni”, “Lo Specchio” Mondadori, 1984

«in un punto ci sono due magnolie giganti» – Antonio Porta

 

in un punto ci sono due magnolie giganti
e sotto l’erba folta contro tutte le leggi conosciute
noto nello stesso istante una folata di vento
che attraversa il piccolo giardino
lambisce i bordi dei tennis lucenti
nel gelo dell’aria sospinge la vita di continuo
e intreccia i semi tra loro, li annoda alla terra
Io sono come una vela piena ma
questa notte al cadere improvviso del vento
mi preparo a cadere tra le braccia immobili dell’alba

Antonio Porta

27.8.1981

da “Come può un poeta essere amato?”, Diario ’81-’82, in “Invasioni”, “Lo Specchio” Mondadori, 1984

«Telefoni dall’autostrada domenica mattina» – Antonio Porta

Gérard Laurenceau, dalla serie A Langueur De Rues

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Telefoni dall’autostrada domenica mattina
per dirmi degli sprazzi di luce
la pioggia battente e passaggi rapidi
di nuvole cariche di blu poi ancora
sprazzi di luce e gli alberi s’infiammano
di nuovo scrosci di pioggia primoautunno
attraversano l’Italia Centrale
ma tu passi tra i bagliori dei temporali
e mi telefoni per dirlo: «non c’è
traffico, l’autostrada è quasi deserta,
sto arrivando non ci sono più ostacoli».

Antonio Porta

19.10.1986

da “Yellow”, “Lo Specchio” Mondadori, 2002

«per caso mentre tu dormi» – Antonio Porta

Foto di Anka Zhuravleva

 

per caso mentre tu dormi
per un involontario movimento delle dita
ti faccio il solletico e tu ridi
ridi senza svegliarti
così soddisfatta del tuo corpo ridi
approvi la vita anche nel sonno
come quel giorno che mi hai detto:
lasciami dormire, devo finire un sogno

Antonio Porta

20.8.1981

da “Come può un poeta essere amato?” (Diario ’81-’82), in “Invasioni”, “Lo Specchio” Mondadori, 1984