«Continuiamo a fare l’amore?» – Antonio Porta

Foto di Anka Zhuravleva

 

Continuiamo a fare l’amore?,
hai detto non ancora sveglia una mattina,
per tutta la notte ci eravamo solo sfiorati
con la punta delle dita, con i piedi
e ora per arrivare alla pienezza
sono bastate le tue parole
e un lieve bacio di addio sulle labbra
per sentire che i corpi si erano uniti nel sonno
più che nella veglia.

Antonio Porta

Nuovo diario, 4.9.1986

da “Yellow”, “Lo Specchio” Mondadori, 2002

Airone, 4 – Antonio Porta

Komori Soseki

 

quello che è rimasto,
quello che resiste,
là sotto, tu lo vedi,
airone, sotto le montagne di macerie,
dentro i crateri delle bombe,
sotto le colline d’immondizia,
lí dove resiste, continua,
rinasce la semplice vita,
ultima, dimenticata, dileggiata
rimossa, ridotta a poltiglia
nella mente degli uomini,
la semplice vita,
il nascere e morire
rinascere e volare via,
aprirsi, amare,
quello che è vivo, amore,
sotto la semina dell’odio

Antonio Porta

5.8.80

da “Il giardiniere contro il becchino”, “Lo Specchio” Mondadori, 1988

I punti di sospensione – Antonio Porta

Dominique Issermann, Laetitia Casta

 

Vedere solo si vede quello che si vuole
una foto sbiadisce poco a poco
e un volto, poi la figura intera scompaiono.
Dov’erano tracce di felicità, attimi
ora un grigio sbiadisce e se resiste
qualcosa, un sorriso molto tirato,
stupisce chi lo osserva
e la memoria rifiuta di saltare l’ostacolo.
Ma per capire fino in fondo che cosa
significa una cancellazione occorre
sentirsi cancellati, quando un’ombra
non è più un’ombra, un fiato, un vapore,
nel trionfo dei punti di sospensione…

Antonio Porta

6.12.1986

da “Yellow”, “Lo Specchio” Mondadori, 2002

«Cercano di dare un tempo alla morte» – Antonio Porta

Gianni Berengo Gardin, Gran Bretagna, 1977

 

Cercano di dare un tempo alla morte
poiché non ha dimensioni, è il vero
nostro infinito; così dicono alle ore
10 e 11 minuti ma non è vero
si era visto invece come si preparava
rannicchiandosi nella posizione fetale.
Quando si sedeva in macchina accanto
già prendeva quella posizione: l’auto
come il ventre della madre e via fino all’arrivo.
Quella volta in attesa di una morte in anticamera
ho sentito dire che negli ultimi tre minuti
la sua vita è precipitata nel senza tempo
nell’ultimo eterno minuto i dolori
raggiungono il loro acume, se ne vanno con l’anima.
Ma è un bene essere privati del tempo,
è un furto che genera abbastanza e dona
una pace non sperabile, raggiunta senza speranza
da un istante all’altro la dimensione è solo spazio
mare bianco increspato nella mente spalancata.

Antonio Porta

26.12.1988

da “Yellow”, “Lo Specchio” Mondadori, 2002

Prima che venga impedita – Antonio Porta

Jaromír Funke, Composition (Bottle shadows), 1927

 

Ogni gesto è infinito
quando uno è solo in una stanza
rallentato quasi allo zero
anche solo stappare una bottiglia
osservare un bicchiere vuoto
alzarsi per nascondere l’orologio
(un suono spalanca il silenzio
dichiara il tempo abolito).

Se non fosse possibile dirlo più
e le dita si arrestassero vuote, sorde ai comandi
allora subito un veleno, un passaggio

certo, prima che una sola
parola mi venga impedita.

Antonio Porta

10.6.1983

da “Andate, mie parole”, in “Invasioni”, “Lo Specchio” Mondadori, 1984