Il superstite – Primo Levi

Michael Kenna, Camp Building, Natzweiler-Struthof, France, 1993

A B.V.

Since then, at an uncertain hour,
Dopo di allora, ad ora incerta,
Quella pena ritorna,
E se non trova chi lo ascolti
Gli brucia in petto il cuore.
Rivede i visi dei suoi compagni
Lividi nella prima luce,
Grigi di polvere di cemento,
Indistinti per nebbia,
Tinti di morte nei sonni inquieti:
A notte menano le mascelle
Sotto la mora greve dei sogni
Masticando una rapa che non c’è.
“Indietro, via di qui, gente sommersa,
Andate. Non ho soppiantato nessuno,
Non ho usurpato il pane di nessuno,
Nessuno è morto in vece mia. Nessuno.
Ritornate alla vostra nebbia.
Non è mia colpa se vivo e respiro
E mangio e bevo e dormo e vesto panni”.

Primo Levi

4 febbraio 1984

da “Ad ora incerta”, Garzanti Editore, 1984

11 febbraio 1946 – Primo Levi

Foto di Mikko Lagerstedt

 

Cercavo te nelle stelle
Quando le interrogavo bambino.
Ho chiesto di te alle montagne,
Ma non mi diedero che poche volte
Solitudine e breve pace.
Perché mancavi, nelle lunghe sere
Meditai la bestemmia insensata
Che il mondo era uno sbaglio di Dio,
Io uno sbaglio nel mondo.
E quando, davanti alla morte,
Ho gridato di no da ogni fibra,
Che non avevo ancora finito,
Che troppo ancora dovevo fare,
Era perché mi stavi davanti,
Tu con me accanto, come oggi avviene,
Un uomo una donna sotto il sole.
Sono tornato perché c’eri tu.

Primo Levi

11 febbraio 1946

da “Ad ora incerta”, Garzanti Editore, 1984

Shemà – Primo Levi

 

Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:

             Considerate se questo è un uomo
             Che lavora nel fango
             Che non conosce pace
             Che lotta per mezzo pane
             Che muore per un sì o per un no.
             Considerate se questa è una donna,
             Senza capelli e senza nome
             Senza più forza di ricordare
             Vuoti gli occhi e freddo il grembo
             Come una rana d’inverno.

Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi:
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.

Primo Levi

10 gennaio 1946

da “Ad ora incerta”, Garzanti Editore, 1984