«Nel tuo capo sfioro il fuoco che mi brucia» – Yvan Goll

Antonio Canova, Amore e psiche, 1788-1793, Parigi, Louvre

 

Nel tuo capo sfioro il fuoco che mi brucia
Nell’iscrizione magica della tua fronte
Decifro gli enigmi della mia solitudine

Nei flutti contenuti delle tue acquemarine
Ho fatto un secolare bagno di profondità
E ho perduto il mio proprio peso

Diletta quando un giorno periremo
Crolleranno le rovine della nostra torre beata e i nostri angeli
Perderanno le ali cadendo negli abissi

Yvan Goll

(Traduzione di Lia Secci)

da “Erba di sogno”, Einaudi, Torino, 1970

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«In deinem Haupte streichle ich das Feuer das mich sengt»

In deinem Haupte streichle ich das Feuer das mich sengt
In deiner zauberischen Stirneninschrift
Entziffere ich die Rätsel meiner Einsamkeit

In den verhaltenen Fluten deiner Aquamarine
Nahm ich ein hundertjährig Bad der
Tiefe Und verlor mein eigenes Schwergewicht

Geliebte wenn wir einmal untergehen
Zerfallen die Ruinen unsres seligen Turms und unsre Engel
Verlieren die Flügel beim Sturz in den Abgrund

Yvan Goll

 da “Traumkraut”, Limes Vergal, Wiesbaden, 1951

L’albero di polvere – Yvan Goll

Robert Mapplethorpe, Untitled, 1986

 

Un albero di polvere cresce
Un bosco di polvere dovunque andammo
E questa mano di polvere – no! – non toccarla!

Intorno a noi si rizzano torri dell’oblio
Torri crollanti all’interno
Ma ancora irradiate dalla tua luce aranciata!
Un uccello di polvere spicca il volo

Faccio custodire nel quarzo il mito del nostro amore
Seppellire in un deserto l’oro dei nostri sogni
Il bosco di polvere si fa sempre piú scuro
No! Non toccare questa rosa di polvere!

Yvan Goll

(Traduzione di Lia Secci)

da “Erba di sogno”, Einaudi, Torino, 1970

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Der Staubbaum

Ein Staubbaum wächst
Ein Staubwald überall wo wir gegangen
Und diese Staubhand weh! rühr sie nicht an!

Rings um uns steigen Türme des Vergessens
Türme die nach innen fallen
Aber noch bestrahlt von deinem orangenen Licht!
Ein Staubvogel fliegt auf

Die Sage unsrer Liebe laß ich in Quarz verwahren
Das Gold unsrer Träume in einer Wüste vergraben
Der Staubwald wird immer dunkler
Weh! Rühr diese Staubrose nicht an!

Yvan Goll

 da “Traumkraut”, Limes Vergal, Wiesbaden, 1951